1987: James Taylor ha 39 anni, risolti (ehm quasi risolti!?!) i problemi di tossicodipendenza che lo attanagliano da un ventennio, pubblica questo album dal titolo fin troppo esplicito "Never Die Young".

Incredibile, il gigantesco (sia fisicamente-1, 95m-che musicalmente) cantautore statunitense, ne ha passate di tutti i colori negli ultimi venti anni ed ha ancora tutta l'aria del bravo ragazzo, ormai del bravo uomo americano, da cui non ti aspetteresti mai nessuna macchia. Anche la sua vocalità candida e immutata negli anni non lascia trasparire nulla di ciò che ha vissuto, e crea quasi un ossimoro perfetto con ciò che è stata la sua vita degli ultimi venti anni. L'album parte con la title-track "Never Die Young", come quasi tutte le canzoni del suddetto album passerà un pò nel dimenticatoio, personalmente mi fa impazzire, ha dei riff di chitarra splendidi, ed è senza ombra di dubbio una delle canzoni che prediligo di tutta l'immensa discografia Tayloriana.

Nessuna delle dieci canzoni del disco delude, nessuna sarebbe immeritevole di una note in questa recensione, ma ci sono dei picchi altissimi, dei pezzi che metto tra i miei preferiti in assoluto. Sto parlando soprattutto di quella meraviglia che sboccia delicata, soffice e fragile nell'esatta metà del disco: "Valentine's Day", la miglior dark-love song che le mie orecchie abbiano mai recepito... Indubbiamente la canzone di Taylor che più mi emoziona e mi commuove, fra tutte le sue tante splendide. Il pezzo prende spunto dalla strage di S. Valentino avvenuta a Chicago ad opera della gang di Al Capone, e con vellutata voce accompagnata da splendide note al piano, fa un parallelismo considerando ciò che accade normalmente a S. Valentino, ne risulta che in realtà l'amore è simile alla guerra, ci sono spesso vincitori e vinti e c'è chi è più forte e chi più debole... il buon vecchio James sembra uscire dal confronto alquanto malconcio: 'I lost my teeth, I lost my hair I lost my mind, You don't care Love is War, all is fair On Valentine's Day.'

Ancora degne di particolare nota le stupende: "Baby Boom Baby" una donna amata tanto tanto tempo addietro ritorna in città... si ricorderà almeno il come mi chiamo ? che fare la si chiama ? mi vorrà rivedere ?; la ritmatissima piena di percussioni e cori quasi gospel "Sun On The Moon" sull'eclissi solare; ancora "Runaway Boy" dal ritmo country e vagamente western; ed infine la conclusiva "First Day Of May" solare e floreale, una fantastica colonna sonora sulla rinascita della natura in primavera, non sembra una canzone di Taylor ma è bellissima ugualmente. Si dice che tutte le persone di questo mondo abbiano un debole, magari inspiegato, strano, irrazionale, bizzarro, qualcosa alla quale non si riesce a resistere in qualsiasi momento, qualcosa che non rifiuteremmo mai.
Bè io oltre alle fragole aggiungo anche quest'album, non so dirvi perchè, ma mi ha colpito in maniera davvero speciale e per citare ancora "Valentine's Day" da quando l'ho ascoltato... I've got 'trough the heart, Cupid's Dart'...

"Never Die Young" mi è piaciuto subito, non mi ha mai stancato e non smetterei mai di ascoltarlo. Consiglio perciò questo album a tutti gli appassionati di Taylor, chissà che qualcun'altro non abbia la mia stessa folgorazione...

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