Non so bene da che punto partire per cominciare a parlare di Skins e forse se avessi riguardato recentemente le prime due serie (per la terza volta, credo) questa recensione sarebbe più dettagliata, visto che di cose da dire al riguardo ce ne sono un'infinità. Ma tantè, non so se rivedrò di nuovo la prima generazione di Skins (ovvero le prime due serie) ma non posso più aspettare per parlarne, visto che mi allontano sempre più da quel complesso periodo della nostra vita che in Skins è trattato così crudamente: l'adolescenza.
Io per convenzione dovrei dire di esserne uscito da circa quattro anni, ma in fin dei conti non mi sento poi così lontano da quei ragazzi, non essendo ancora economicamente indipendente. Chiusa la parentesi autobiografica, andiamo a Skins. Cos'è esattamente e perchè parlarne? Bene, Skins è uno di quei tanti casi in cui spiegare la trama dell'opera equivale a fallire nell'intento di promulgarla: nei fatti, non si tratta di altro che della vita quotidiana di un gruppo di adolescenti inglesi agli ultimi anni delle superiori. Ogni episodio ci presenta un ragazzo in particolare, spesso alle prese con vari problemi (da quelli idioti come la verginità, a problemi grossi quali l'anoressia) derivati il più delle volte dal distacco e dall'immaturità dimostrata dai genitori e dagli adulti in genere, più incapaci o matti dei figli, e derisi con dissacrante ironia dall'occhio della videocamera. Nonostante ci si focalizzi su un ragazzo alla volta, il gruppo di amici sarà presente in ogni episodio e le storie si intersecheranno fino a costruire un puzzle particolarmente riuscito. Una stronzata, no? ma anche no. Dunque ve ne parlerò a modo mio, nella speranza che qualcuno si faccia convincere (meglio ancora se adolescente, non riesco neanche a immaginare che goduria sarebbe scoprire Skins alle superiori!). Parto dal presupposto che Skins 1-2 è innanzitutto un fottutissimo capolavoro, un'opera graziata da una ispirazione e da un'alchimia irripetibile, e in quanto tale destinata a durare ma impossibile da ripetere. La stagione successiva (con nuovi protagonisti, sempre adolescenti) è infatti solo una superficiale imitazione focalizzata sugli aspetti di facile presa (le droghe, il sesso) mentre l'ultima stagione (sempre nuovi attori) per quanto decente, non riesce nè ad approfondire la psiche dei protagonisti, nè ad essere altrettanto divertente e profonda.
Skins 1-2 è stato scritto da sceneggiatori giovanissimi, poco più che ventenni, per attori non professionisti che hanno dai 17 ai 19 anni. Non sto parlando dunque di Dawson's Creek e cazzate simili, idiozie piene di moralismo e lontanissime dalla realtà. In Skins è ricercato invece il realismo e il cinismo, anche a costo di entrare nella distopia. Nessuno si salva, nè i protagonisti coi loro difetti (si veda l'egocentrismo di Tony, una delle figure più carismatiche in assoluto) nè a maggior ragione gli adulti, che come già detto falliscono miseramente il loro ruolo di guida e sono concausa di maggiori problemi. Come serie è stata spesso criticata perchè alcuni temi vengono mostrati con leggerezza e senza intenti critici. Così avviene ad esempio per la droga (per di più pasticche, e tanta erba) largamente assunta senza conseguenze per nessuno, e lo stesso trattamento di distacco viene dato al sesso, all'omosessualità, alla religione. Non utilizzando alcun filtro, più che affrontare dei temi, Skins ce li mostra in maniera casuale, senza dar giudizi: è come se fosse una finestra aperta su un micromondo e quello che vediamo non è altro che la realtà oggettiva. Ma sarebbe semplicistico vedere Skins come un'opera diseducativa, poichè il suo intento non è altro che quello di mostrare le vite di un gruppo di giovani quasi sempre lasciati a loro stessi, e dal punto di vista degli stessi protagonisti. Dunque sebbene si arrivino a toccare argomenti più impegnati (religione, anoressia, divorzio ecc) hanno particolare peso anche i classici problemi adolescenziali, come l'amore o l'amicizia. E mi spiace anche di essermi dilungato, ma vedrò di essere il più sintetico possibile nell'illustrare cos'altro di buono c'è in questa serie. Ovviamente non potrò essere del tutto esaustivo ma è necessario citare alcune cosette
1) la colonna sonora. Per di più Indie-rock, ma anche trip hop, dubstep, elettronica, folk... Tutte le stagioni, da questo punto di vista, sono miniere di bella roba.
2) Sceneggiatura, regia e recitazione. Cazzo se hanno fatto un buon lavoro, dialoghi memorabili, scene da antologia e attori in stato di grazia. Oltre a personaggi di gran carisma. La naturalezza con cui i ragazzi interagiscono è quasi commovente
3) la prima serie fa smazzare dalle risate, il ritmo è sostenuto e non ci si annoia mai. Le idee escon fuori a profusione. La seconda serie di contro è deprimente spesso in maniera forzata, ma ho quasi pianto nel finale, e non potrei mai parlarne male. I personaggi crescono, l'idillio finisce.
4) era l'ora che si utilizzasse un linguaggio più sboccato, fuck!
5) smells like english teen spirit.
6) l'interpretazione di Hanna Murray, ovvero la problematica Cassie, è qualcosa di memorabile. Cassie è semplicemente la bionda più adorabile e fragile che ho mai visto su piccolo schermo, e confesso di essermene innamorato.
Ovviamente potrei continuare ancora a lungo, ma non c'è punto in ciò. La prima stagione di Skins va vista e, se possibile, anche vissuta. Poi decidete voi se continuare o no, magari verrete catturati anche dai seguiti. Personalmente, anche se le altre due generazioni mi hanno intrattenuto, non ho più ritrovato le stesse emozioni che mi hanno dato quei ragazzi. Garantito.
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