Un eccentrico Perry Farrell ispiratissimo in tutto, sia al microfono sia nell'ennesima copertina scandalo che provocò non poche polemiche, una grande prova del bassista Eric Avery , un sottovalutato Stephen Perkins abilissimo dietro le pelli e un Dave Navarro acidissimo, ma scatenato alla chitarra. Questi sono i Jane's Addiction del 1990, quelli di "Ritual De Lo Habitual", album considerato fondamentale per la costruzione dell'indie-rock; l'ultimo dei primi veri JA, quando Farrell si bucava da far paura, distruggeva tutto ciò che trovava dentro il camerino e si portava prostitute e transessuali sul palco, rendendo i propri show dei veri e propri spettacoli a luci rosse.

Una miscela di rock, funk, metal e psichedelia sono gli ingredienti principali del disco, dove si sente di tutto. Si parte da un sound energico alla Led nella frizzante canzone d'apertura Stop, per poi proseguire con le note funk dei due episodi più tristi del disco: No One's Leaving e Ain't No Right, arrivando quindi alle note reggae di Obvious e alla geniale Been Caught Stealing.
La canzone successiva è la lunghissima Three Days, con Jane Says, la canzone più bella mai data alla luce dai 4 di LA, un vero e proprio inno alla perversione accompagnato da un sound coinvolgente ed efficace; dalle tonalità oscure dei primi minuti, ad un sound grezzo accompagnato da assoli di chitarra di Navarro in stile Page nella parte centrale, per chiudere poi in un'improvvisa atmosfera di psichedelia; il risultato? Il capolavoro dei JA.
Il disco continua con un'altra classica che è Then She Did, profondamente diversa dalla precedente. Segue poi l'ottima Of Course, per terminare con Classic Girl.
Grande album, questo, che ha riflettuto ciò che sono stati i primi JA, e quale importante contributo hanno dato al loro genere.

Carico i commenti... con calma