Un angelo sceso sulla terra, una voce fuori dal mondo, un'anima pura, estremamente sensibile, musica che viene dal cuore, dal profondo, che ti scava dentro e dopo l'ascolto ti lascia stupefatto e sbigottito, quasi non credi che qualcuno possa raggiungere tali vette, non ci credi proprio..
Questo è stato Jeff Buckley.
Questo live uscito nel Maggio del 2000 per volere della madre Mary Guibert e del chitarrista Michael Tighe esalta tutte le proprietà di questo artista che, se fosse ancora tra noi, meriterebbe il gradino più alto del podio senza discussioni per capacità, tecnica, estensione vocale, interpretazione e quant'altro vi viene in mente..
Si inizia con "Dream Brother", il pezzo parte piano, sommessamente, un arpeggio di chitarra quasi impercettibile, poi si aggiungono batteria e basso, tutto scorre lento e ti avvolge in una spirale magica e catartica, prima che entri la voce di Jeff, piano. . accompagnando il resto allo stesso volume.. Lui parte sempre piano, poi, mano a mano che il pezzo cresce, prende coraggio per esplodere in acuti impossibili, inumani, ultraterreni. Il pezzo è eseguito alla perfezione e Jeff è strabiliante.
Si prosegue con la più movimentata "I Woke Up in a Strange Place", dove la voce di Jeff si fa più irriverente e sguaiata, ma sempre unica. Decisamente ben eseguito. "Mojo Pin", terza traccia, lascia sbalorditi solo per il vocalizzo iniziale, dove capisci che quest'uomo aveva un controllo pressochè totale sul suo strumento, (e anche sull'altro.. non dimentichiamoci che suonava anche la chitarra mentre cantava, e come la suonava!). Il pezzo è identico all'originale su 'Grace'. L'urlo sguaiato si pulisce subito dopo, passando a un pulito quasi divino e ad un vocalizzo da far invidia alle migliori cantanti liriche. "Mojo pin" è stata scritta dopo un sogno fato dall'artista, e non ci potrebbe essere musica e voce migliore per descriverlo. Immenso. .
Si passa a "Lilac Wine", cover scritta da Jack Shelton, e qui Jeff mette i brividi per come interpreta la canzone, forse meglio che nella sua prestazione da studio con Grace. Lascia l'ascoltatore incredulo e senza parole quando termina.. La quinta è "What Will You Say", pezzo ipnotico e cantilenante, dove, come al solito, tutti gli strumenti crescono mano a mano che la canzone si evolve, esplodendo insieme a Jeff in un acuto lancinante e inverosimile. Molto bella e coinvolgente.. "Last Goodbye" è eseguita con una maestria e una tecnica sopraffina, Jeff gioca con le note e il passaggio di registro con una maestria tale da rabbrividire. Tutti gli vanno dietro e seguono le note della sua chitarra magica come se fossero fusi insieme a lui in uno strumento unico, non sono più una band di elementi distinti, sono una persona sola..
"Eternal life" inizia con una chitarra distorta che ricorda i virtuosismi di Hendrix, per poi partire con il pezzo più elettrico, grunge se vogliamo, dell'artista. Bellissima, eseguita un tono sopra l'originale, tiratissima.. La voce è sporca volutamente, Lui riusciva anche a fare questo con le sue corde, arrochirla e dandole un pò di vetriolo, per poi pulirla e tornare a gorgheggiare sulle stelle, rimbalzando da una all'altra.. Bravissimi i musicisti, soprattutto il batterista che qui dà il meglio di sé.. Arriviamo a "Grace" e che dire? L'arpeggio iniziale incastrato delle due chitarre è sublime, tutto scorre come un fiume che poco a poco, per la pioggia battente, si ingrossa e straripa dagli argini, devastante per intensità di esecuzione. Perfetta. L'acuto finale, sebbene non lungo come in studio (ma la nota raggiunta è la medesima..) lascia increduli e quello che fa dopo ancor di più. Si chiude con un vocalizzo da usignolo che sinceramente, dopo aver usato in quel modo la voce, sembra impossibile.. Ma Lui riesce dove l'umana natura si ferma..
"Moodswing Whiskey" è il pezzo più strano del disco ma riempie bene questo live. "The Man That Got Away", splendida voce e chitarra, e "Kanga-Roo", con finale da brividi, sono due cover che Jeff esegue magistralmente e senza sbavature. Il disco termina con "Hallelujah/I Know It's Over", commovente, praticamente quasi identica alla versione incisa su 'Grace', tranne che nel finale, non necessita di commenti, ma va solo ascoltata con il cuore..
12 pezzi, quanto dovrebbe durare un disco.. Dodici gemme che fanno capire dove è arrivato e dove sarebbe potuto arrivare questo piccolo ma immenso uomo con la sua voce e la sua chitarra se non l'avesse preso il Wolf River.
Addio Jeff, anima pura dalla voce d'angelo, gioca e canta con tuo padre Tim, finalmente vi siete riabbracciati e starete insieme per sempre anche se non in questo mondo..
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