Pechino, 05 giugno 1989, mattina soleggiata ma non è una bella giornata. Per niente. Da qualche mese è morto Hu Yaobang, funzionario del Partito molto amato per essere stato un uomo giusto, un comunista convinto, un valido collaboratore alla ripresa economica del paese, contrario alla censura e acceso sostenitore delle proteste studentesche. Per Hu gli studenti erano patrioti ed avevano tutto il diritto di denunciare gli errori del regime in cambio di una Cina democratica. Per Deng Xiaoping, il Segretario del Partito Comunista Cinese, era considerato, probabilmente, un elemento da silurare in quanto contrario al suo tipo di politica. Non a caso Hu nel 1987 venne destituito per motivi abbastanza discutibili e questo episodio contribuì a rendere scricchiolante la figura di Deng. La mancata volontà di quest'ultimo a riabilitare Hu Yaobang divenne il pretesto per attivare un detonatore.

La stampa propagandistica riuscì solo a fomentare risentimento, accusando gli studenti di complotti contro lo Stato (tipico direi) fino a sfociare in rumorose manifestazioni studentesche scioperi della fame e sommosse. Neanche la visita di riconciliazione di Gorbacev del 13 maggio riuscirà a fermare l'ormai irrefrenabile ondata di proteste e occupazioni. Ed è allora che Deng Xiaoping decide di lavare l'onta controrivoluzionaria col sangue. La notte del 3 giugno la fanteria dell'esercito cinese muove in avanzata dalle periferie contrastando con il fuoco ogni tentativo di opposizione. Gli scontri con oltre 100.000 tra studenti e lavoratori saranno violentissimi. Due giorni dopo arriva l'ordine di far stridere i cingoli dei carri armati sull'inquietante asfalto insanguinato di Piazza Tiananmen.

Jeff Widener, fotografo dell'Associated Press, si trova al sesto piano dell'Hotel Jianguo mezzo influenzato, in dormiveglia e con una borsa di ghiaccio sulla fronte. La notte prima è stato coinvolto in uno scontro con la polizia mentre scattava delle foto ad un soldato morto in un blindato in fiamme. Inconsapevole di trovarsi su una traiettoria non rilevata è stato colpito da un mattone scagliato da un manifestante. Lieve commozione cerebrale attutita fortunatamente dal supporto flash della sua macchina fotografica. Recatosi agli uffici della AP, per lo meno a cambiarsi gli "underwears" legge un comunicato dell'agenzia che desidererebbe la botte piena e la moglie ubriaca: nessun fotografo a rischio sulla strada ma qualche foto esaustiva sulla vicenda è ben accetta. Widener, riesce a barattare la sua Nikon FE2 (a termine operazione, sia chiaro) con l'ingresso nell'albergo, distante circa 800 metri dall'area a rischio ma strategicamente ineccepibile, grazie ad uno studente americano astante, tale Kirk o Kurt.

La testa gli pulsa e le palpebre fanno fatica a schiudersi quando avverte in lontananza lo sferragliare dei cingolati. Piomba alla finestra e Kirk o Kurt lo segue con gli unici rullini a disposizione. Dei deleteri Fuji 100 ASA, quando lui è abituato a scattare almeno con gli 800. L'inquadratura è suggestiva, peccato per la lontananza ma... un giovane con una camicia bianca e delle buste di plastica in mano compare dal nulla. Widener si irrita ed esclama a Kirkurt con veemenza: "Cazzo! Quel ragazzo mi sta rovinando la composizione!". Kirkurt lo corregge desolato: "Stanno per ucciderlo!". A tal punto il fotografo tenta lo scatto d'artista in attesa di cogliere l'attimo in cui l'impavido ribelle verrebbe colpito. Un po' macabra come cosa, mah! La distanza è troppa e occorre un modulo supplementare. Raccoglie un moltiplicatore focale TC-301, lo incastra nell'obiettivo e inizia a scattare.

No! Tu non passi. E' inutile che ti sposti, cazzo! Ho detto che non passi! Ancora! HO DETTO CHE NON PASSI!

Ed ecco che quando meno previsto accade il miracolo. La potenza di due occhi a mandorla inermi, rabbiosi, ingenui, che filtrano la feritoia di un bestione blindato per fulminare il cuore di un carrista comandato di servizio. Il cingolato, dopo qualche tentativo si ferma. Disarmato. Il ragazzo sale sulla torretta e inveisce contro il militare: "Andate via da qui! Perché uccidete la mia gente? Arretrate!"

Alla fine, dopo giorni di scontri la stima delle vittime è incerta. Dal centinaio al migliaio tra studenti e militari. I carri armati però si sono fermati.

Il ribelle sconosciuto, forse, era uno studente di 19 anni, tale Wang Lian Xi. Ammesso che sia lui, c'è chi diceva fosse stato arrestato dalla polizia due settimane dopo per essere fucilato e chi ha affermato dopo 18 anni di carcere è stato rilasciato ma risulta internato in un ospedale psichiatrico. C'è anche, ed è l'ipotesi più accreditata, chi lo vede vivo, vegeto e sposato in Taiwan, con l'alias di Wang Weilin.

Per me ha compiuto un miracolo.

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