"In quattordici anni il modo di suonare di Jimmy mi era mancato così tanto che non appena abbiamo ricominciato ho capito che avevamo perso un sacco di tempo". A parlare è Robert Plant. L'anno è il 1994. E la notizia ha suscitato scalpore ed entusiasmo: Jimmy Page e Robert Plant di nuovo insieme. Ma questa volta non per una esibizione isolata in un qualche festival locale, bensì per realizzare un nuovo disco, a 15 anni dall'uscita dell'ultimo dei Led Zeppelin. Tutto nasce dalla proposta di partecipare al programma "MTV Unplugged". Page & Plant colgono allora l'occasione al volo: tornare insieme per suonare ancora le canzoni dei Led Zeppelin riarrangiate in chiave orientale.
In passato avevano già accarezzato quest'idea: nel 1972 erano andati a Bombay per registrare con dei musicisti indiani "Four Sticks" e "Friends". La cosa si fece più per curiosità che per altro, e si trattò di un esperimento che non ebbe seguito negli anni successivi. Poi arrivò la morte di Bonzo, lo scioglimento del gruppo e le carriere soliste.
Ma ora Jimmy e Robert erano ancora insieme per proporre qualcosa di nuovo, qualcosa che nessuno aveva mai fatto prima di loro: volevano tornare a "vivere una nuova giovinezza". Detto fatto: registrano in Marocco quattro nuove canzoni con dei musicisti locali ("Yallah", "City Don't Cry", "Wonderful One" e "Wah Wah") e partecipano con al seguito una quarantina di musicisti orientali e non  allo show, il 12 ottobre del 1994, riscuotendo un enorme successo.

"No Quarter: Jimmy Page & Robert Plant Unledded" è quindi un album molto interessante perché mostra un territorio ancora inesplorato nell'ambito della musica, a molti di noi sconosciuto, e apre a noi occidentali le porte verso una nuova realtà, che magari non sapevamo neanche esistesse. A Page & Plant va inoltre il merito di aver fatto una scelta che apparve molto coraggiosa e ambiziosa 12 anni fa così come adesso: negli anni della musica-spazzatura-commerciale chi avrebbe mai pensato di fare una cosa simile? E' in aspetti e in scelte come queste che il 50enne Page e il 46enne Plant si riconfermano essere geni assoluti, sbaragliando tutta quella gentaglia (di oggi e di allora) che guadagna miliardi facendo della musicaccia, se di musica si può parlare, e anteponendo i soldi all'arte del fare musica. Ecco, Page & Plant con questo disco hanno fatto esattamente il contrario. E la differenza si sente, eccome.

Nell'album dei quattro brani nuovi registrati in Marocco uno risulta insopportabile ("Wonderful One") mentre gli altri tre ("Yallah", "City Don't Cry" e "Wah Wah")  tutto sommato sono orecchiabili e godibili. Le canzoni degli Zeppelin invece sono tutte reinterpretate magistralmente: particolarmente degne di lode sono "Thank You", "Since I've Been Loving You", "Kashmir", "Four Sticks", e sopratutto una fantastica "Nobody's Fault But Mine" che risulta completamente irriconoscibile dall'originale su "Presence", se non fosse per le parole rimaste (almeno quelle!!!) identiche, e che da sola vale l'ascolto di tutto il disco.

Meno di un mese dopo l'esibizione a MTV, l'8 novembre 1994, uscì l'abum "No Quarter: Jimmy Page & Robert Plant Unledded" che riscosse successo in tutto il mondo (arriverà nella top ten sia in G.B, sia negli States) e che fu seguito da un lungo tour mondiale della durata di un anno.  Peccato che nessuno in seguito abbia continuato però la strada che Page & Plant avevano aperto con quest'album, ma d'altronde lo si sa: alla musica di oggi bastano soltanto i soldi.

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