Sassofono, basso e batteria. Massima libertà armonica. Un incubo per i sassofonisti alle prime armi, penosamente persi senza il punto di riferimento del pianoforte, ma un vero sogno per i massimi esponenti dello strumento. Tornano alla mente le imprese di Sonny Rollins al Village Vanguard, e in alcuni suoi dischi da studio; oppure il bellissimo 'Motion' di Lee Konitz, il famosissimo blues infernale 'Chasin' The Trane' di John Coltrane, o alcuni assoli pianoless di Wayne Shorter nel Second Quintet di Miles Davis. Suonare in queste condizioni è un attitudine veramente impegnativa per un fiato, perché si sente unicamente sulle proprie spalle la responsabilità del risultato improvvisativo, melodico, ritmico, armonico, e quindi la buona riuscita del pezzo. E' come essere senza rete di sicurezza. L'assenza del comping pianistico lascia un vuoto che deve essere colmato, e al tempo stesso non fornisce al solista spunti musicali da cui prendere ispirazione. Insomma il coraggioso se la deve cavare da solo!

In questo caso al sax tenore prende posto un grande musicista, il veterano Joe Henderson, che fece il suo ingresso nella scuderia degli artisti Blue Note nei primi anni '60 per sfornare album importanti come 'Page One', 'Our Thing', 'In 'N' Out' e 'Inner Urge'. Parallelamente alla sua attività di leader, vantò eccellenti partecipazioni come sideman sia in album hard bop come 'The Sidewinder' di Lee Morgan e 'Song For My Father' di Horace silver, sia nei contesti del modernismo ('The Real McCoy' di McCoy Tyner e 'Unity' di Larry Young) e dell'avanguardia ('Black Fire' e 'Point Of Departure' di Andrew Hill). I suoi assoli, specialmente nei progetti dei suoi colleghi, sono spesso di livello elevatissimo, ed esprimono una maturità strumentale rara per un 'esordiente'.

A vent'anni di distanza, il nostro Joe si trova qui in compagnia di Ron Carter, che non ha bisogno di presentazioni. Con lui al contrabbasso l'album avrebbe potuto anche chiamarsi 'The State Of The Bass'! Completa il trio l'ottimo Al Foster alla batteria, anche lui ex compagno d'avventure di Miles, e dotato di uno stile antispettacolare, essenziale e molto adatto a una situazione come questa, nella quale le variegate nuances degli altri due necessitano di particolare risalto e talvolta del silenzio per essere apprezzate al meglio. Questo magnifico doppio cd, registrato nell' '85 dal vivo al Village Vanguard (manco a dirlo), è stato definito da Alfred Lion, storico patron della Blue Note, come 'uno degli album più importanti che abbia mai ascoltato. E' decisamente uno dei migliori mai pubblicati dalla Blue Note, e non intendo la nuova Blue Note. E' uno dei migliori di sempre, inclusi tutti quelli che abbiamo fatto negli anni '50 e '60'.

Queste parole altisonanti sono ampiamente giustificate dall'ascolto di questa musica, realmente diversa dal solito! Il repertorio, in primo luogo, è composto da pezzi non oltremodo familiari, affiancando composizioni meno note di Thelonious Monk, Duke Ellington, Charles Mingus, Charlie Parker e Horace Silver a composizioni originali di Joe Henderson e Ron Carter. In apertura del Volume 1 anche un pezzo del grande sassofonista Sam Rivers, 'Beatrice', delicata ballad presente nel suo 'Fuchsia Swing Song' del '65, album Blue Note nel quale suonò proprio Ron Carter. E a chiudere i due dischi, immancabili, due standards famosissimi: 'Stella By Starlight' e 'All The Things You Are'.

Secondariamente alla scelta del materiale, a stupire è l'approccio: i tre adottano arrangiamenti molto parchi e minimalisti, nei quali però spiccano alla grande le loro singole voci. Lo spazio è dilatato, le pause sono sfruttate al meglio, e a regnare è comunque il suono! Joe Henderson e Ron Carter, sopra il tappeto percussivo di Al Foster disegnano melodie memorabili. E Ron suona così tanta musica sul suo basso da far dimenticare la strumentazione 'spartana'. Scordatevi i quattro quarti tipici del time keeping... qui il basso produce vere linee melodiche, motivi reiterati, invenzioni contrappuntistiche in tempo reale, a volte sovrappone un metro alternativo, variazioni ritmiche interessanti, e così via. E poi il suo è uno dei suoni più belli di tutto il jazz! Riguardo Joe, in molte occasioni quello che suona è incredibile! Musica di una perfezione sconvolgente, con alcuni rari momenti di calo di tensione, piccoli errori dai quali i tre si riprendono con una tale maestria strumentale da farli completamente dimenticare. Se però cercate un jazz veloce e bruciante, cercate altrove! Qui troverete scelte di note ben ponderate e assaporate, da parte di tre vecchi saggi della tribù.

NOTA: questo DOPPIO CD è stato recentemente messo in offerta a 9.90 EURO. Fate voi...

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