L'identità di una persona è un insieme eterogeneo di elementi, cultura, fatti, esperienze coltivati, assimilati e scelti su di un background non scelto almeno inizialmente. Quanto la nostra identità sia fissa e immutevole, sicuramente formata, dipende poi dalla volontà di ciascuno di continuare ad affermarla anche quando lo sfondo della propria vita ne metterà alla prova l'essenza stessa.

"The Americans" è la serie sull'identità, sul proprio essere individui in una realtà che tende ad omologarci a ridefinirci tutti identici nella nostra illusione che essere anche contro un sistema sia un'affermazione del proprio "io" contro chi di quel sistema ne è complice o schiavo. Perchè nelle vicende di una coppia, all'apparenza ordinaria, di cittadini americani medio borghesi negli USA reganiani di inizio anni '80 regna il grande conflitto della propria identità di sovietici taciuta e nascosta per servire fino all'ultimo il proprio paese nelle fila del KGB. Identità che verrà messa a dura prova e continuamente in discussione in un sistema americano disgustoso ai loro occhi anche se con una vita molto più facile all'apparenza rispetto a quella vissuta in madre Russia. "The Americans" non è una semplice serie "spy", è più una profonda indagine psicologica su tutti i protagonisti e il loro essere costretto in continuazione a mantenersi saldo nel susseguirsi degli eventi; le vicende spionistiche appaiono come normale routine nella vita di Elizabeth (Keri Russell) e Philip Jennings ( Matthew Rhys) autentiche "macchine di morte" al servizio di una URSS sempre più distante e lacerata. Non c'è il buono e il cattivo, non ci sono contrapposizioni tra FBI (il tormentato e bravissimo Noah Emmerich) e KGB, tutti vivono in un'immensa zona grigia i cui margini si estendono sempre maggiormente facendo perdere la certezza concreta che qualcosa di definitvamente certo e immutabile esista.

Quattro stagioni capolavoro hanno fatto di "The Americans" la serie culto per eccelenza di questa nuova decade; la qualità della ricostruzione storica e della recitazione, lo stile cinematografico più genuino di chiara impronta '70s degna del miglior Pollack la impreziosiscono e la elevano distaccandola di almeno una spanna da altre serie contemporanee più chiacchierate.

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