Le quindici invenzioni a due voci, e le quindici sinfonie a tre voci, sono delle brevi composizioni che Bach scrisse, a scopo didattico, per i suoi allievi (sembra sia stato un insegnante straordinario e, in qualche caso, rivoluzionario: ad esempio introdusse l'uso del pollice sulla tastiera del clavicembalo - dunque sulla tastiera in generale!!! - che in precedenza veniva suonato soltanto con quattro dita). Ma il fatto che siano nati per l'insegnamento non rende questi pezzi dei semplici esercizi di stile, assolutamente: sono piuttosto dei piccoli capolavori d'espressività. E nelle mani di Glenn Gould si configurano come pregevolissime miniature pianistiche. Il nostro si getta a capofitto nelle voci, per l'appunto, di cui sono composte le miniature di cui sopra, rendendole con chiarezza ineguagliabile: scendendo nel dettaglio, si può segnalare la straordinaria incisività ritmica dell'invenzione in mi bemolle maggiore, il clima estatico e trasognato in cui è immersa la sinfonia in mi bemolle maggiore (sorella di tonalità della precedente), i quarantacinque (!!!) secondi di slancio incalzante dell'invenzione in la minore ed i quasi quattro minuti incredibilmente nostalgici ed evocativi della sinfonia in sol minore, ma sono segnalazioni assolutamente soggettive.

Ognuna delle trenta composizioni è un piccolo scrigno di segreti, che vengono svelati piano piano, dopo decine di ascolti: ed è un totale piacere per le orecchie scoprirli con l'aiuto di mister Gould, uno dei grandi interpreti del '900 musicale, senza alcun dubbio

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