In qualsiasi campo, in qualsiasi luogo, gli artisti di prim'ordine non sono mai quelli che hanno sulla bocca idee universali sulla propria arte, che profondono in gran parte teorie, formule e norme sono in grado di esporci cordialmente la comprensione e la filosofia delle cose attraverso l'utilizzo della loro immensa sapienza. Di solito, è dalla forza e dalla costanza con cui mettono in pratica i loro principi, ne conosciamo la grandezza. Un artista di valore ha la virtù di enunciare il suo mistero, che ci faccia apparire davanti alla nostra anima, l'incenso della luce alla quale egli lavora.

Johann Sebastian Bach fu un compositore e organista tedesco dell'età barocca. Le sue opere furono congrue, egregie grazie anche alla padronanza di mezzi tecnici ed espressivi, all'intelletto e al genio artistico, all'immensa e sfuggente profondità e bellezza verso la musica. Aulica e nobile fu l'arte tradotta da uno che universalmente è considerato tra i più grandi compositori di tutti i tempi. Nella sua arte si cela passione, romanticismo, ricerca, confessione, un uomo che coltre l'amore da qualsiasi forma di vita, un uomo che conosce il sentimento nascosto nei meandri reconditi dell'esistenza, capace di avvicinarsi a Dio attraverso la grammatica delle note, unica arteria per raggiungere la pace interiore, il barlume di luce che riflette la malinconia spogliata dal suo livore.

La Passione Secondo Matteo (BWV244) è una composizione di musica sacra per voci soliste, su libretto di Picander (il suo vero nome Christian Friedrich Henrici) è stato un poeta e librettista tedesco. Persona molto importante per Bach, visto che ha lavorato a parecchie sue cantate scritte ai tempi di Lipsia. L'opera del compositore tedesco è ispirata e dedicata tramite la trasposizione musicale dei capitoli 26 e 27 del Vangelo Secondo Matteo alternata da corali e arie. L'opera si presenta come le precedenti in forma d'oratorio, l'allestimento del testo evangelico viene "convertito" in modo molto semplice attraverso la supremazia dell'utilizzo del recitativo, coinvolti nelle stesure delle arie e degli ariosi. Protagonisti principali per la comprensione dell'opera, soprattutto adottati dal compositore per la rappresentazione teatrale del vangelo tradotto in musica. Gli ariosi sono delle forme musicali, più che altro operistiche, in cui le linee vocali sono condotte da versi sciolti "lirici" ma in stile recitativo. Tale forma si presenta già nelle simmetriche della musica vocale barocca. Dunque un punto fondamentale del genio di Bach.

Il dvd in questione è tratto dal concerto tenutosi in due eventi tra il 22 e 23 marzo del 2005. Prestazione notevole da parte della "Amsterdam Baroque Orchestra & Choir Boys Choir Of Sacraments-Church Breda" diretta in maniera eccelsa da Hans Hulscher. Dipingendo e colorando quel panorama avvolto nella tristezza, le paure interpolate che fanno riferimento ad una teologia che pone il sacrificio sulla croce in maniera molto personale espressa dal sommo compositore. La musica diventa una sorta di requiem che narra ed esalta il significato delle sofferenze di Gesù crocifisso, in un paesaggio che langue nella solitudine e nella speranza. I solisti Jorg Durmuller (Evangelista), Ekkehard Abele (Cristo), Cornelia Samuelis (Soprano), Bogna Bartosz (Alto), Pail Agnew (Tenore) e Klaus Mertens (Basso) estrapolano le sensazioni avvolte nella disperazione, i cori seguono con bulimia, i capitoli scorrono lenti, lambiti dagli attimi e dai sussuri che tremano di fronte all'aldulterio e le pene che affliggono il Cristo, straziato dall'abulia covata nella nefandezza umana. Il desiderio espresso dal contralto di tergere Gesù con le proprie lacrime, l'offerta espressa dal basso di seppellire il corpo di Gesù. Acrimonia, astio e livore sono i sentimenti diretti dai cori nei confronti del tradimento di Giuda, l'eresia profonda commesa da uno degli apostoli è funerea, maligna, tanto da invocare l'inferno così che possa inghiottirlo con le sue fauci. I cori si alternano tra narrazione e parti soliste riprese dal "Cristo" (Abele), riportando un suono che riflette melodia e ponderosa sinfonia attraverso i temi che risorgono, impostando una parte lirica di grandi dimensioni. La struttura dell'opera è caratterizzata dall'utilizzo di un doppio coro e l'uso esteso delle corali barocche in quattro parti, sulla recondita e sulla metamorfosi che traggono la loro origine dalle altre opere sacre di Bach.

Tutti i cori sono uniti in vasti movimenti polifonici, una musica armonica, una preesistente melodia che trova vigore nelle sonorità medievali, formati da vaste distese di cori gregoriani, e tecniche vocali come l'uso dell'organum. Introducendo in ogni singola voce una varietà di ritmi. I movimenti si susseguono in toni di apertura in cui i soprani generano un momento di fallace sonorità e di grande concordia ed equilibrio.

"Passione Secondo Matteo" non è solo un'opera d'arte, non è solo un simbolo di monumentale filosofia, è un sogno che trova confine tra amore ed odio, un connubio tra disperazione e sofferenza, il bene contro il male, la vita e la morte, la speranza, l'utopia fustrata dalla sua ombra. L'ossessione, il sacrificio di un uomo che sverza l'oblio celato nelle tenebre tinte di astrusità.
La luce del giorno che si posa inerte in un oceano di anime logorate da crudeli martiri, la larva della notte che si cela è spietata.

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