L'unica soluzione è la follia.
Riuscireste a scorgere un filo comune denominatore nelle opere di Howard Philip Lovecraft?
Uno scrittore assolutamente geniale, innovativo ancor oggi, terribilmente angosciante che trovava la fonte e l'ispirazione per i suoi apocalittici racconti non in paradisi artificiali costellati da alcool ed oppio come usava fare Edgar Allan Poe, ma negli oscuri ed imperscrutabili meandri della sua mente insana.
Il film di John Carpenter cerca di riprodurre, per quanto possibile, lo stesso anthem lovecraftiano di terrore cosmico indissolubilmente legato alla follia.
Cavia inconsapevole di tale esperimento è John Trent (intepretato da Sam Neill), agente assicurativo che fonda sulla integerrima razionalità il suo successo pofessionale.
L'universo di Trent fatto di schemi mentali e regole certe, tuttavia, si sgretola poco a poco fino a crollare definitivamente, quando scopre di essere il principale burattino di una sconvolgente trama dell'assurdo che trova nello scrittore di romanzi horror, Sutter Cane, il regista ed ideatore.
La sua vita non vale nulla, egli non può controllarne i movimenti, tutto è già scritto.
Esiste un modo per uscire da un tale interminabile incubo popolato da orribili creature simil umane, continui flashback che minano la stabilità mentale, inesistenza di alcuna certezza a cui aggrapparsi e, in definitiva, di un non mondo assolutamente reale o che sembra tale...
L'unica soluzione è la follia.
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