Il miglior film che abbia mai visto?
Possibile.
Anche perchè, chiarendo un concetto previo, preferisco concedere la palma a titoli (cinematografici, come musicali e letterali) meno chiacchierati della media. Ora, Carpenter non è certo un autore emergente, ma neppure celebrato mainstreamianamente come altri illustri colleghi quali Cronemberg, Craven, Cameron.
Sono più propenso invece a considerare "Il seme della folllia" il più bel film di questo folle anarchico conl pallino dell'anticlericalismo: e sarebbe bastata la frase che dal confessionale Sutter Cane sussurra al nostro amico John Trent/Sam Neill: "Le religioni classiche non hanno mai saputo dare una spiegazione dell'orrore...", per fiondare la pellicola nell'olimpo delle mie immancabili. Ma abbiamo molto altro. Metà metaletteratura e metà metacinema, la discesa verso la follia di un cinico e razionale investigatore free-lance smaschera-truffe, la realtà che si sbriciola come carta, una allucinante ed assolutamente imprevista fine del mondo.
E' quello che attende il nostro protagonista, lontano anni luce dai personaggi solitamente intepretati da Neill, nel tentativo di scoprire che fine abbia fatto il tenebroso ma popolarissimo scrittore di romanzi horror Sutter Cane, per conto della sua casa editrice (presieduta da un convincente Charlton Heston), ansiosa di dare in pasto ai fan il suo ultimo ma incompleto capolavoro, "Nelle fauci della follia". Ora, questi fan devono aver fatto indigestione dei precedenti volumi, vista la crescente instabilità psicologica di alcuni di loro... Tra i quali si annovera peraltro un simpatico energumeno che cerca di affettare Trent con una accetta prima di essere freddato da un paio di "bobbies": si tratta dell'agente di Cane.
Il nostro protagonista, incuriositosi alla faccenda, decide di seguire le tracce dell'"imbrattacarte" fino a Hobb's End, misteriosa cittadina della campagna americana in cui Cane aveva ambientato l'ultima opera edita. In compagnia di Styles, funzionaria della casa editrice, scopre man mano varie amene somiglianze tra l'apparenza sensoriale ed il testo narrativo che la sua socia porta con se quasi fosse una mappa, e che non racconto per ovvie ragioni. Ragionevole invece, che la ferrea opinione di Trent "Non stiamo vivendo in un romanzo di Sutter Cane!" inizi a sgretolarsi insieme alla sua sanità mentale, finchè... Finchè l'apparizione spettrale di Cane non gli rivela che l'ultimo manoscritto è pronto. Quello che segnerà il "Cambiamento". E ultimo in senso di "last", non "latest". Ma indovinate un po' chi dovrà "portarlo nel mondo"? Esatto, proprio il nostro Trent. Il quale pur tentando di disfarsene in ogni modo, afferra che come personaggio di un libro (accidenti! Vi ho svelato il finale!) ha ben poca libertà di agire. Ecco perchè a sua volta, devastato e in preda alla follia, si apposta in una libreria e massacra il primo ragazzetto-fan che gli capita a tiro. "I libri di Cane fanno letteralmente impazzire la gente" non è affatto una metafora.
Torniamo dunque alla scena iniziale, quando uno schizofrenico Trent era stato rinchiuso in manicomio (per il suddetto omicidio) ed aveva preso a raccontare la sua vicenda. Improvvisamente nell'ospedale psichiatrico si odono rumori e grida disperate, e il palcoscenico del film è pronto per l'atto finale: attraverso la sua parola, Cane ha il potere di trasformare gli esseri umani in mostri (onestamente dalle fattezze un po' da b-movie!), e data la sua immensa popolarità, tutto il pianeta ne è infettato. Scappato dalla cella, Trent scopre la città deserta e demolita. "E chi non legge il libro?", vi chiederete come aveva fatto lui. "Vedranno il film..!", aveva replicato Cane. Ed ecco il protagonista che entra in un cinema che lo proietta, con il suo nome nel cast. E la locandina all'ingresso che è la stessa del film di cui tratta questa recensione (che macello!!!) con tanto di regia di John Carpenter! Le ultime tremebonde scene non sono altro che un flashback metafilmico di quello che il povero spettatore ha visto finora (sia lui che noi!), con Trent che scoppia in una risata che definire isterica è politically correct. E negli ultimissimi fotogrammi, si ha l'impressione che anche lui inizi a trasformarsi...
Riconosco di aver pasticciato un po' in questa recensione, e domando scusa ai sostenitori del film. Ci sono un migliaio di dettagli anche importanti che andrebbero riportati, ma spero di aver menzionato a sufficienza i punti salienti da aver accontentato chi questa pellicola geniale l'ha già vista ed apprezzata, e chi non l'ha ancora fatto.
Mi rimetto alla sentenza dei posteri!
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