In un futuro remoto, o chissà, in una dimensione parallela, solitari pellegrini incroceranno rotte stellari in un universo buio e sterminato. Le stazioni di posta lungo la via delle stelle, unica speranza di rifugio e ristoro per il viandante, si troveranno in pianeti sperduti dai nomi ora mistici, ora inquietanti, ora evocativi: "Polperro", "Mevagissey", Lostwithiel", "Bedruthan Steps". In questi arcani luoghi ai limiti dell'universo, i viaggiatori faranno conoscenza di creature fantastiche, percepiranno echi remoti di ancestrali civiltà. Tecnologie futuribili e inimmaginabili vivranno a fianco di riti arcaici, il cerchio della magia e della scienza si chiuderà sul crinale delle galassie.

La colonna sonora di un viaggio in questo antichissimo futuro potrebbe essere uno dei dischi realizzati in completa solitudine dal sassofonista inglese John Surman. Nelle sue mani di folletto tecnologico, algide parole come "loop", "sequencer", "sovraincisione" trovano nuova vita, ed esprimono una dirompente, poetica creatività. Il suo talento è quello di riascoltarsi in tempo reale, estraendo ancora più musica dalle proprie performance, usando lo studio e le tecniche di registrazione come un ulteriore strumento da suonare, e sul quale è pure possibile improvvisare.

Preparatevi, perché nel nostro viaggio verremo a conoscenza di ben strani mondi. Un vociante stormo di sassofoni sovraincisi ci verrà incontro quando sbarcheremo su "Trethevy Quoit". Immersi in un Medio Evo tecnologico, saliremo i gradini di una cattedrale gotica in rovina, accompagnati da note d'organo ed un leggiadro fraseggio di sax soprano, su "Tintagel".

Ammireremo l'asettica bellezza del paesaggio alieno di "Piperspool". Visiteremo l'antico serraglio di "Rame Head" dove, tra la brume evocate dal sassofono baritono e dal clarinetto basso, si possono scorgere le bestie più strane. E non lasciatevi tentare dai mille richiami della foresta incantata di "Perranporth"...

Nel silenzio e nella solitudine, accompagnati dalle sole note di un sax soprano, incontreremo altri viandanti che ci racconteranno le loro storie, su "Lostwithiel" e alla base di "Kelly Bray".

Verremo ammessi alla corte di "Bodmin Moor", bizzarra e meravigliosa. Attraverseremo l'elettronico labirinto di specchi di "Mevagissey", sulle note di due sax baritono che dialogano tra loro, agili e ingombranti ad un tempo.

E nella complessa danza rituale degli abitanti di "Bedruthan Steps", ultima tappa conosciuta del nostro viaggio prima di prendere il largo verso un cosmo ancora più ignoto, non sentiremo altro che la malinconia dell'uomo sperduto, a milioni di miglia da casa.

La strada per Saint Ives è tracciata. E' ora di mettersi in viaggio...

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