Tristezza? Dispiaceri? Vi hanno spostato la data dell'esame? O avete un capoufficio particolarmente stronzo? Almeno per una sera, dimenticatevi tutto e godetevi un'ora e mezza di divertimento e risate con questo spassoso e tenero film.

In uno sperduto e sonnacchioso paesino della Svezia, il tasso di criminalità più che basso è inesistente, e la squadra locale di polizia pare ormai avviata a una placida e noiosa routine. Tranquilli, sazi, rilassati, con nessun altro problema se non quello di sgombrare qualche mucca indisciplinata che invade la strada, i nostri formano una quanto mai improbabile e strampalata compagnia.

Jacob, un ragazzo di origini libanesi, baffi neri e nasone, è afflitto da un lieve tic: tutte le volte che sale o scende dall'autopattuglia è costretto a suonare il clacson, due volte con la mano e una con la testa! A parte questa piccola stranezza, il nostro è tenero, divertente e generoso, ha una bellissima bambina, ed è impegnato in una costante ed infruttuosa ricerca dell'anima gemella. Ha già collezionato una serie di "appuntamenti al buio" con esiti piuttosto deprimenti, ma non demorde...

Benny si atteggia a poliziotto "tosto" e tutto d'un pezzo; sogna di essere un "supercop", affrontare spietati nemici ninja in epici duelli alla Matrix, sistemandosi la pistola sulla patta dei pantaloni e vomitando fuoco... A colpi di pelvi! Nella vita reale Benny è timido e imbranato, e passa il tempo libero a lavorare a maglia, a giocare a poker con le vecchiette del paese perdendo regolarmente, e a farsi prendere per il naso dal figlio dodicenne dei vicini di casa, che gli insegna come essere un duro e come pronunciare correttamente "fuck you", alla maniera dei gangster neri.

Ci sono anche Lars e Agneta, una coppia di mezza età, lui non brilla per acume ma è un uomo semplice e pacato, lei è costantemente preoccupata dall'avanzare degli anni che si manifesterebbe, a suo parere, nell'"avere le tette pendule". E non dimentichiamo Folke, l'azzimato commissario che non sfigurerebbe in una bocciofila romagnola, e Hokan, il "delicato" telefonista che tiene perennemente sottobraccio il suo cane da compagnia Pisellino.

Il solito giro di pattuglia, una scappata a mangiarsi un panino, un saluto al negoziante, quattro chiacchiere con i passanti, una partitella ad hockey nel pomeriggio, e la giornata scivola via traquilla ed indolore... A rompere l'incanto arriva Jessica, una dolce biondina, che Jacob tenta goffamente di sedurre, ma che si rivela una rappresentante del comando nazionale di polizia, intenzionata a chiudere un commissariato sostanzialmente inutile.

Presi dal panico, i poliziotti architettano un "piano diabolico": mettono in scena tutta una serie di furtarelli, piccoli ed innocenti attentati e atti vandalici all'acqua di rose, in modo da persuadere Jessica di una improvvisa recrudescenza della criminalità nel paese, sperando di conservare il commissariato, il loro comodo posto e il loro soporifero trantran. Come c'era da aspettarsi, gli eventi scuotono e mobilitano il paese, così poco avezzo alle novità, ed il piano sembra funzionare... Finchè i nostri eroi ne combinano una di troppo, dando l'impressione che esista un pericolo tanto terribile quanto reale, tanto da richiamare dalla capitale l'arrivo dei "corpi speciali", intenzionati a mettere a ferro e fuoco il paese finchè l'ordine non sarà ristabilito. E allora dovranno darsi parecchio da fare a districarsi dal ginepraio in cui si sono cacciati, andando incontro a una sequela di rocambolesche, inverosimili ed imbarazzanti figuracce: un tripudio di "figure di merda" che non lasciano scampo nè ai poveri protagonisti, nè ai malcapitati spettatori, costretti a rotolarsi sul divano dalle risate ed ad asciugarsi copiose fuoriscite di lacrime...

Nessun oscar, nessun posto nella storia del cinema per questa garbata operina del regista Josef Fares; ma un sentito ringraziamento, questo sì, per averci divertito e fatto dimenticare almeno per un poco le nostre beghe quotidiane.

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