Accade talvolta che nel vorticoso calderone delle recensioni musicali ne nascano alcune destinate a rimanere sole, senza uno sguardo, senza un commento, senza una voce di conforto. Queste recensioni, rare e impotenti, parlano di qualcosa che solo esse conoscono, di artisti lontani e mondi ai più sconosciuti, ricordi e retaggi provenienti da zone altre del creato, da zolle scevre del pensiero.
Questa recensione è una di esse: destinata a rimanere sola senza né commenti né apprezzamenti, ha per oggetto un artista schivo e amante della meditazione, un autore "solo" e profondo che forze superne hanno sradicato dal suolo glaciale di una terra antica, uno spirito inquieto la cui fede nel Divino è riuscita ad inspirare un soffio vitale che trascende l' immanente e le sue contingenze, lo spirito religioso di Roberto "Juri" Camisasca.

Non si sa chi è Juri, e forse è da pensare che non si conosce nemmeno lui a fondo se si pensa ad un individuo tanto inquieto da ritirarsi per undici anni a vita monastica, un personaggio così teso alla ricerca del Thèion da isolarsi da più di dieci anni a questa parte presso le pendici sanguigne e argillose dell'Etna, ricondotto all' instabile fondamento dell'isola siciliana da quelle stesse forze trascendenti che lo hanno partorito in quel di Melegnano, nel milanese, nel 1951. Figlio dell'ultimo periodo, quello eremitico, e annoverato tra i suoi più grandi lavori musicali è il profondo ed eclettico "Arcano Enigma", prodotto nel 1999 e suonato in collaborazione coi Bluvertigo, album prezioso e unico intriso di sensazioni elettroniche, citazioni latine, classicismo musicale, e su tutto e tutti la costante ricerca spirituale di un autore che ha scelto di mettere in musica le peculiarità della sua riflessione religiosa: ascesi e sete di divino in un denso calderone di impressioni musicali. La ricerca dell'Altro, dell'Ultraterreno, si esplica in Camisasca in un percorso religioso che trascende la contingenza dela professione di fede da lui eletta: indubbiamente cristiano come il modello più sfruttato del suo lavoro, Sant'Agostino, ma al contempo spirito libero che riconosce al mondo animale "istinto e anima" a dispetto delle contrastanti idee cristiane a riguardo, fornisce un'effigie dell'uomo moderno rappresentando quest'ultimo come un individuo ramingo combattuto tra la superstizione ("Zodiaco", "Non Cercarti Fuori", "Polvere e Diamanti") e l'ambizione verso il divino ("Tocchi Terra Tocchi Dio", "Erranti Stelle"), l'istinto umano combattuto tra terreno e celeste. Attraverso lo sguardo all'uomo, la riflessione sulla propria intimità, sul proprio percorso interiore, sugl'insegnamenti delle "Confessioni" di Agostino: dal suo supremo mentore i più significativi versi dell' album, L'"Arcano Enigma" divino e inintellegibile che dà il nome a traccia e lavoro, congiuntamente all' Anhelo Tibi" di "Sant'Agostino" tramite cui Juri condensa con maestria il suo desiderio di ascendere al Divino. Per non far mancare nulla a questo splendido lavoro, nel ricolmo contenitore di sensazioni religiose si stagliano nette le facoltà musicali di un Camisasca che magistralmente coadiuvato dai Bluvertigo si evidenzia per le felici inclinazioni all'elettronica in brani come "Ecce Panis" e la già citata "Zodiaco", vero e proprio capolavoro delirante, oltre che per l'attitudine alla musica meditativa della title-track e "Tocchi Terra Tocchi Dio", senza tralasciare infine le più contaminate tentazioni rock-pop di pezzi come "Erranti Stelle" e la stessa "Sant' Agostino", veri e propri esempi di variegato eclettismo musicale.

È tutto questo Juri Camisasca, un artista raro e unico che solo una recensione sola e dimenticata come questa può ricordare, con la speranza che qualcuno, magari per curiosità, possa darvi una distratta lettura, e che soprattutto qualcuno, per inerzia, per induzione, per compartecipazione, possa per un attimo soltanto lasciarsi ammaliare dall'incantesimo di un uomo che Crede.

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