25 luglio 1978

"A Milano, in piazza del Duomo, un vigile urbano si avvicina a Frith per dirgli che qualcuno ha protestato per il rumore; interrompe così l'ultimo concerto degli Henry Cow, nel corso del quale sono stati affiancati da membri degli Stormy Six per le parti di fiati di alcuni brani come "On The Raft". Lindsay Cooper e Anne-Marie Roelofs continuano a suonare in giro per la piazza per un'altra mezz'ora."*

Dopo lo scioglimento degli Henry Cow, Tim Hodgkinson, membro fondatore ed importante compositore in seno alla band, inizia una duratura collaborazione con il batterista scozzese Ken Hyder e comincia con i The Work un percorso, che include anche una lunga pausa, che terminerà nel '92 con l'ultimo album "See". Anche ai meno attenti non sarà sfuggito che gli Henry Cow sapessero muoversi con grande destrezza fra originali e ricche composizioni ed intricate improvvisazioni; ecco che quindi sembrerebbe che Hodgkinson cerchi nella sua carriera solista di dividere questi due caratteristiche degli Henry Cow in due progetti ben distinti: da un lato il rock poco convenzionale dei The Work e dall'altro le ricerche in campo dell'improvvisazione spontanea con Hyder. Ed è proprio quest'ultimo che ci interessa trattare in questa sede.

L'improvvisazione può essere semplicemente definita come l'esecuzione di musiche che non si possono scrivere in una partitura, e per quanto possa oggi sembrar appartenere alla musica contemporanea, è stata invece la prima forma di musica ad essere eseguita dall'uomo. Certamente anche i grandi e piccoli compositori hanno, a rigor di logica, improvvisato, senza peraltro aver lasciato nulla di tutto ciò ai posteri; un paragone che per alcuni aspetti ricalca il lascito della tradizione scritta e orale nelle varie culture del mondo. Gli studi condotti da Hodgkinson e Hyder sulla musica improvvisata, già agli albori lontani dagli schemi free-jazz, si focalizzano principalmente sulla musica sciamanica. Interessa poco la relazione del musicista col proprio strumento (Hodgkinson non è legato ad uno strumento specifico), tanto meno del musicista con se stesso (come la tecnica di auto-feedback cara ad Evan Parker) e neppure la logica secondo la quale le improvvisazioni sarebbero imperniate sulla sfida costante tra insolite combinazioni di musicisti (infatti sono un duo fisso a lunga scadenza).

"L'interesse nello sciamanismo ci arriva dai nostri continui sforzi di capire i metodi dell'agire magico in musica. Una componente dell'arsenale di tecniche dello sciamano è l'abilità di portare i partecipanti (il pubblico) in un altro stato mentale. Può riuscirci focalizzando le proprie energie ed anche elevando il pubblico tramite stratagemmi che ne inducono la concentrazione. Lo sciamano farà dunque uso del disorientamento e dell'ambiguità."**

Fondamentale tappa del processo evolutivo della coppia è un viaggio compiuto nei primi novanta in territorio siberiano, nell'estremità sudorientale della repubblica Russa vicino al confine con la Cina, dove pur non incontrando sciamani, hanno incontrato lo spirito siberiano, anche nel loro pubblico che ha dimostrato una spiccata sensibilità verso gli aspetti più spirituali della musica. Suonare invece con i musicisti della zona ha permesso loro di chiarire la percezioni degli aspetti più peculiari della musica siberiana;

"...l'organizzazione naturale del suono è parte integrante dell'estetica musicale delle culture sciamaniche. Quando suonammo con alcuni musicisti della Lacuzia, scoprimmo che il loro approccio estetico consentiva loro di applicare senza difficoltà alla loro musica le irregolarità della natura. Inversamente, è un'assioma della musica occidentale distinguere il suono musicale dal rumore, non solo mediante la regolarità di vibrazione delle note musicali ma, più significativamente, mediante la regolarità delle relazioni tra le note musicali."***

Ed ancora; "...il tempo oscilla fra il battere ed il levare molto liberamente. Gli accenti sono messi a caso. E quando stanno a suonare due o più musicisti i ritmi si desincronizzano con la naturale irregolarità delle goccie di pioggia."**

K-Space è un progetto, credo tutt'ora attivo, della coppia Hodgkinson, Hyder con il maestro siberiano originario di Tuva, Gendos Chamzyryn.

Infinity è il loro terzo disco uscito nel 2008. L'unicità di Infinity non si rivela in quanto scritto fino adesso, che peraltro è di fondamentale importanza per avvicinarsi con una certa consapevolezza di intenti all'ascolto del disco. L'unicità di Infinity sta nel fatto che non è un normale cd audio, ma bensì un cd-rom leggibile solo dal computer. In esso, oltre ad alcuni video e foto, si trova un'unica traccia di circa venti minuti che suona differente ogni volta che la si riproduce. Funziona mediante un software che riproduce dei campioni audio attraverso degli algoritmi, e quindi non in maniera casuale (random), modificandone di volta in volta dei parametri quali, volume, dinamica e durata.

L'autore di questa fantastica soluzione si chiama Andy Wilson, nome che i più tenaci fan dei Faust dovrebbero conoscere. Il risultato è assolutamente curioso e pur nella sua ristretta finalità di intenti, mostra un interessante e originale strada per l'evoluzione di un certo tipo di soluzioni musicali. Insomma la capacità di unire due universi così apparentemente lontani come lo sciamanesimo e la tecnologia digitale ha creato un lavoro perfettamente riuscito dove il software lavora con un materiale musicale libero da regole organizzative occidentali e la musica si avvale di un alleato che le permette una impensata libertà di risultati, riproducendo l'unicità dell'evento come succede dal vivo o come la singolarità di ogni seduta sciamanica.

*   Alessandro Achilli - Musiche n.18 primavera 1997;

**  ken Hyder - Musiche n. 10 estate 1991 (Alla ricerca dello spirito);

*** Tim Hodgkinson - Musiche n.18 primavera 1997 ( Musica improvvisata e sciamanismo siberiano; articolo tradotto da Musicworks n.66 autunno 1996);

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