Kawabata Makoto, "santone" degli Acid Mother Temple, è un ometto piccolino, coi capelli così lunghi che gli coprono la targa (e se fosse una ragazza, non glielo potrei perdonare..). Ho avuto modo di vederlo dal vivo dalle mie parti, armato della sua inseparabile chitarra, con tanto di archetto e, per eventuali slanci improvvisativi ancora più furiosi del solito, di radiosveglia e aspirapolvere (gulp!!). Non userà questi due strumenti che hanno dato così tanto alla musica (??), perchè già con la corposa serie di pedali di cui dispone il buon Kawabata penserà bene di sfracellarci i timpani che neanche gli assistenti di studio di Wanna Marchi saranno arrivati a tanto.

Il disco in questione ripropone a grandi linee le tematiche del concerto: chiaramente strumentale, e chiaramente chitarra&delay machine. Il piccolo grande chitarrista ha classe, tecnica e fantasia, inutile dirlo.
Consigliato: a chi ne ha le palle piene dei suoi soliti riff con gli A.M.T..
Sconsigliato: a chi si eccita ancora coi riff di The Edge degli U2 (finchè gode, lasciamolo godere).

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