Se lo chiami Frankenstein di Mary Shelley uno si aspetta che rispecchi fedelmente l'opera dell'autrice inglese. Invece questo film di Kenneth Branagh datato 1994 non è in tutto e per tutto una riproduzione fedele del romanzo. Vi sono parecchie differenze tra la pellicola e il libro ma parlerò soprattutto di quelle più importanti:
1-Nell'opera letteraria Victor (qui interpretato dallo stesso Branagh), mentre sta camminando tra le montagne si imbatterà nella casupola del mostro. All'interno i due avranno un colloquio nel quale il mostro racconterà al suo creatore la sua avventura nella fattoria. Avventura nelle quale egli imparerà a leggere e a comprendere i vari legami familiari. Questo nel film viene mostrato ma la cosa che risulta inesatta è che il "demone" (Robert De Niro), arrivi nella fattoria dopo essere scappato da Ingolstadt (città dove fu "nato") e non ci viene mostrato, di conseguenza, l'incontro tra i due.
2-Incontro che ci viene mostrato successivamente mentre i due si danno la caccia per la vendetta reciproca. Durante questo inseguimento arriveranno a parlare e il mostro chiederà a Victor di creargli una "donna" in modo da non essere solo al mondo. Questo dialogo nel romanzo non avviene mentre i due si danno la caccia.
3-Questo è sinceramente il punto che più mi ha lasciato perplesso. Nell'opera della Shelley Victor pur se controvoglia decide di accontentare la sua "creatura" e per far questo si dirige in Scozia insieme al suo amico Clerval. Dopo aver completato il suo compito decide di distruggere l'esemplare donna per paura dei dolori che possa causare all'umanità vista la malignità dell'esemplare "maschio". Nel film il viaggio in Scozia è tralasciato e di conseguenza è tralasciato anche il periodo che Victor deve passare in prigione. Il regista interpreta a modo suo e fa creare al protagonista la "femmina" unendo due donne:una è Elizabeth (la sposa di Victor), l'altra è Justine la domestica. Una scelta che risulta fuori luogo e per niente appartenente all'anima del libro, sviscerata dal contesto letterario. Inoltre i momenti che seguono questa creazione sono alquanto imbarazzanti e fanno scemare la veridicità del film.
Non nascondo la difficoltà che abbia dovuto incontrate il regista per dar vita ad un'opera del genere ma alcune scene come quella del parafulmine e quella delle anguille mi hanno fatto ridere. Per fortuna che Branagh se la cava meglio come attore creando un personaggio mai banale e in perenne conflitto con se stesso. Per De Niro invece ho finito gli aggettivi. Lo ritengo uno dei massimi interpreti, se non il migliore, nel dar vita a figure in lotta con i propri sentimenti. Riesce a donare un'anima al personaggio facendolo sembrare vero e non "filmico", riesce ad immedesimarsi nel suo ruolo in ogni minimo particolare. Sublimi in questo senso i tre momenti del film maggiormente rappresentativi. Tre scene guarda caso dialogate, dove emerge la bravura interpretativa degli attori e di De Niro in particolare. La prima è il commovente dialogo tra il mostro e il vecchio cieco. Gli altri due momenti sono l'incontro con il suo creatore e la scena finale, dove "il demone" dichiara il suo amore a Victor nonostante tutto e tutti...
Ma non è che forse Kenneth Branagh avesse una versione diversa di Frankenstein?
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