The most “poetic” of trumpet players: così Dan Morgenstern definì Kenny Dorham. L'artista in questione è stato senza dubbio uno dei trombettisti di maggior talento nella storia del jazz (non a caso suonò nelle band di Charlie Parker, Max Roach, Thelonious Monk, Sonny Rollins, Milt Jackson, Hank Mobley e altri), ma a differenza dei più conosciuti Miles Davis e Dizzy Gillespie, ebbe una carriera molto più modesta e anonima.
Il disco in questione, uscito nel 1959 per l'etichetta Prestige, vede Dorham accompagnato da una formazione di tutto rispetto: Tommy Flanagan al pianoforte, Paul Chambers (che nello stesso anno suonò pure nel capolavoro di Miles Davis "Kind if Blue" e, un anno più tardi, in "Giant Steps" di John Coltrane) al contrabbasso, Art Taylor alla batteria. L'album è un misto di standards e canzoni proprie: la traccia iniziale, "Lotus Blossom", è una delle migliori canzoni scritte dall'artista (ne esiste una bellissima versione di Kenny Burrell nell'omonimo album); tra gli altri episodi invece vanno ricordati "Mack the Knife", scritta da Kurt Weill, "Blue Friday" e la delicata "My Ideal".
Sfortunatamente il disco non fu premiato dalle vendite: uscirono nello stesso anno Kind of Blue, Portrait in Jazz, The Shape of Jazz to Come, per cui il disco passò praticamente inosservato. La produzione successiva rimarrà di alto livello, ma Kenny Dorham non raggiungerà mai il meritato successo.
Carico i commenti... con calma