"Scoperto" e plagiato da Miles Davis, dopo aver partecipato ai più numerosi e diversi progetti musicali e dopo aver collaborato con molti dei più importanti musicisti in vita (non solo in ambito jazzistico); Kenny Garrett ha trovato la propria via: è pronto a proseguire il cammino spirituale e musicale intrapreso e prematuramente interrotto da John Coltrane.

   Ormai la sua maturità artistica è pienamente raggiunta; il suo timbro al sax alto è il più originale e riconoscibile al mondo, dalle sue composizioni traspare una freschezza di idee non indifferente ed ora ha uno scopo artistico fermo e di grande spessore.

Per realizzare l'album, dedicato a McCoy Tyner, l'altosassofonista ha potuto godere del contributo di una formazione a dir poco stellare.
Impossibile non incominciare con il notare l'autorevole figura di Pharoah Sanders, il quale è da considerarsi il primo erede del patrimonio coltraniano. La lista continua con un'altra leggenda vivente: Bobby Hutcherson; il più innovativo dei vibrafonisti, che ha partecipato ad album storici e memorabili. Poi c'è Brian Blade, il miglior applicatore delle lezioni dei giganti Elvin Jones e Tony Williams, membro fisso dell'altrettanto stellare quartetto di Shorter. Infine abbiamo due amici fraterni del leader, oltre ad essere tra migliori strumentisti in attività, rispettivamente al piano e al basso, Mulgrew Miller e Robert Hurts.

    La Cina e in generale tutto l'Oriente sono in ogni composizione, tutte di rara bellezza ed originalità, tutte ricordanti l'incandescente musica di Coltrane e di Tyner.
Garrett si serve della sua esperienza derivata dalle più svariate collaborazioni per creare armonie, sonorità, atmosfere molto interessanti.
I momenti più alti si possono trovare nei viscerali soli del leader, nelle note ponderate delle leggende Sanders e Hutcherson, negli incontri tra i due sassofoni. Nella titol track, caratterizzata da una velocità sostenuta, dopo un gran solo di Mulgrew Miller, Garrett mostra la sua grande fantasia, oltre che padronanza assoluta dello strumento, poi prende la parola Sanders, il timbro e  le idee, ricordano che rimane uno dei migliori sassofonisti viventi. In Qing Wen, inoltre si può notare l'affinità del suond dei due sassofonisti, oltre che il primo solo di Hutcherson, accompagnato dai sassofoni e dalla voce di Nedelka Echols.

La più grande sorpesa sonora, però, si ha quando entrano in gioco le voci dei cantanti; sia che siano scure e tenebrose, come in Realization, oppure chiare e soavi, come in Kiss To The Skies e Gwoka, quando vengono accompagnate dai solisti, si creano sonorità eccezionali.
Altra piacevole sorpresa, la si ha nella dolcissima Tsunami Song, dove gli archi, l'arpa e l'erhu convivono in perfetta armonia, accompagnati da Garrett, che, per l'occasione, siede al piano.

   Il brano che chiude l'album è May Peace Be Upon Them, questa volta in quartetto, Garrett saluta l'ascoltatore con un brano stupendo, emozionante, intenso, la miglior chiusura per un lavoro di pregevole fattura, che lascia ben sperare per il futuro dell'artista e del jazz in generale, che ha bisogno di personalità così forti per continuare a vivere ed emozionare. 

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