Ebbene sì, anche l'Italia ha avuto i suoi alfieri elettronici nell'epoca punk. I Krisma vennero alla luce nel 1976. Erano un duo formato da Maurizio Arcieri e da sua moglie, Christina Moser (inizialmente si chiamavano Chrisma, da CHRIS-tina e MA-urizio).
Arcieri aveva alle spalle già una certa fama come cantante, verso la fine degli anni 60, dei "New Dada". La raccolta in questione è del 2001. Comprende i primi 4 album della band, re-incisi da Arcieri all' AREASTUDIO di Milano tra ottobre e novembre del 2000, ed è un' ottima testimonianza di ciò che furono e rappresentarono, in un'Italia ancora alle prese con un progressive ormai vittima della sua stessa arte.
Il gruppo aveva un respiro internazionale sconosciuto all' epoca. Si trasferì infatti subito in Inghilterra, dove strinse amicizia col compositore greco Vangelis e con suo fratello Nico Papathanassion, allora direttore artistico della Polygram. Queste collaborazioni di pregio fecero del loro primo album, "Chinese Restaurant", del 1977, un piccolo gioiellino, con testi rigorosamente in inglese, che li fece paragonare dal New Melody Maker addirittura ai Velvet Underground. A testimonianza di quel lavoro c'è subito la traccia d'apertura, "Lola" un tango elettronico cantato con tono interrogativo da Arcieri, che poi fa spazio al sensuale registro di Christina, tra ricami di chitarra spagnoleggiante, e vibranti linee di sintetizzatore. Un brano caldo e glaciale allo stesso tempo, che mescola influenze teutoniche e anima latina.
"C-Rock" è invece un' ossessivo raga che effettivamante fa venire in mente i Velvet Underground remixati dai Neu!. Sicuramante un mix riuscito... "Mandoia" riprende il tema di "Lola", ripiegando verso un esotico bolero sintetico, puntellato da interventi di chitarra pizzicata. In definitiva si può definire "Clandestine Anticipation" come un ottimo esordio, dove sperimentazione e melodia si compenetrano naturalmente.
A rappresentare il successivo "Hibernation", del 1979, (che uscì in vinile argentato) c'è la fascinosa "Aurora B", che oltre ad essere una delle loro canzoni più famose, fece scalpore all'epoca per via del suo video provocatorio. Si tratta di una ballata per piano liquido, chitarra folk e drum machine, impreziosita dalla solita elettronica glaciale. Ma il vero punto di forza era il canto sexy di Christina, in un micidiale tono algido ed erotico che incanta e seduce. "Lover" incarna l'anima più rock del progetto, mentre "Got Got Electron" riporta i Kraftwerk nel caos metropolitano.
Il successivo "Cathode Mamma" uscì nel 1980, e vira verso un sound più ballabile e commerciale. Trascinato dal singolo "Many Kisses", un coinvolgente synth-pop a ritmo incalzante, che comunque delle sperimentazioni dei lavori precedenti ha ben poco, si fece notare anche per la title-track, anch'essa molto orecchiabile ma di fattura superiore, un ipnotico balletto meccanico su ritmo robotico di chiara matrice Kraftwerkiana. L' album venne realizzato in collaborazione con Hans Zimmer, che aveva lavorato in passato con gli Ultravox.
Quando sembra di vedere all'orizzonte un suono sempre più diretto verso la melodia, anche solo per il semplice fatto che i due firmano un contratto con la Cgd, disposta ad investire molti soldi su di loro, intuendone il potenziale commerciale, i Krisma sorprendono tutti e pubblicano nell' 82 "Clandestine Anticipation" un lavoro dal titolo profetico, dalle sonorità asprissime. Nel cd sono presenti ben sei brani di questo disco. Si parte con "Miami" un lungo viaggio nella techno-house ( e siamo nel 1982, attenzione, non nel '92..) più ipnotica, venata da un tribalismo stordente, frastornata da vocalizzi disturbati in lontananza, e da scintillanti note eletroniche in primo piano. Un brano memorabile.
"Melonarpo" è caratterizzata da synth di chiara matrice tedesca, ( echi di " Antenna " dei Kraftwerk ), con una dinamica davvero notevole per l'epoca, che aveva pochi rivali in giro. La frenesia demente di "Bee-Bop" prosegue il discorso, interrotto soltanto da "Skyline " unica apertura melodica. A dire il vero ci sono anche delle ingenuità, ma è comunque un lavoro coraggioso e per certi versi avanguardistico, che, inutile sottolinearlo, fu un vero flop commerciale.
Stop. Il cd è terminato, ma ciò che i Krisma hanno rappresentato rimane sulle note della musica italiana. Un raro esempio di coraggio artistico, che li portò comunque, e questo fa riflettere, ad emigrare. Raccomandato, anche solo per farsi un'idea " diversa " sul panorama della musica tricolore.
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