"Anoranza Del Hastio". "Nostalgia Del Disgusto". Ossia L'Avanguardia; la disintregazione del suono: IL DEVASTO MENTALE.
Praticamente impossibile da reperire su supporto, di questo angoscioso e dissestato noise anni 80, autoprodotto su musicassetta e distribuito a pochi eletti dalla mente deteriorata di Francisco Felipe, poco o nulla è dato sapere. E del resto la cosa non assume nemmeno particolare importanza: basta infatti prendere coscienza della paralisi cerebrale al quale puo indurre l'ascolto di codesta opera. Non ambient, non noise, non sperimentale, niente droni o paddoni ossessivamente fermi sull'ottava più bassa. Niente di tutto ciò: solo smembramento e metamorfosi del puro suono, dilungate processazioni quasi impercettibili. Disgusto!
La corrente è il rumoroso sottobosco spagnolo, l’audio-artelettronica, chili di tritolo industriale concepito da un manipolo di gonzi nelle loro inutili dimore. Soggetti harsh-terminali non ben precisati che spacciano rumore su emittenti pirata e limitati(ssime) fanzine ad un branco di ispanici dall'indubbia sanità mentale. Nastri ricercatissimi, ad oggi venduti (per i pochi che se ne privano) a prezzi salatissimi e/o collezionate con puntiglio in varie web-piazze da una decina di irriducibili che condividono la registrazione-divulgazione nastri col supporto stesso dei proprietari aventi diritto di queste tracce, con gli anni dimenticate. Sepolte sotto chissà quante ulteriori distorsioni.
Molti i lavori da prendere in considerazione di questa scuola, ma il qui recensito e i suoi mosaici di frastuono lasciano di stucco: un suono tragico, rassegnato, apparentemente rumore senza alcun senso logico, ma in realtà un abisso minimal-nichilistico su cui perdersi nel suo lento incedere di psichedelici e narcotici tasselli elettronici. Una sorta di coma mentale autoindotto. E non è un tentativo di apparire teatrali su una recensione di un disco che probabilmente nessuno conosce. E' l'effetto del caos inorganico di tracce come "Ceremonial De Abando", "Niño Descubriendo A Su Hada Madrina En El Bondoir" o la trionfale “Melodia Para La Amada Lejana”. Noise deviati, sintetici intrecci monolitici di korg, mood pesantissimo e dissonanze pronte a spiazzare nel suo ansioso e incessante districarsi tra LFO, oscillazioni contorte e profonde modulazioni.
Cotanta rumoros-astratta maestria allucino-sperimentale per un lugubre trip irripetibile. Se apprezzate la rumoristica nella sua forma più pura (zero ritmica, zero voci, zero pads, zero drones, non un solo brandello di nota musicale) eccovi di fronte ad uno dei lavori più malati e affascinanti mai concepiti dalla mente umana.
Carico i commenti... con calma