Per il mio 33esimo compleanno ricevetti in regalo da una carissima amica il secondo lavoro dei Lamb, che all'epoca non conoscevo. Fidandomi di lei e dei suoi gusti musicali - peraltro quasi identici ai miei - mi misi all'ascolto con curiosità assoluta.
Ricordo che la mia prima domanda fu "ma questa che roba è??!", sí perché i Lamb non sono facilmente catalogabili o assimilabili ad UN genere e questa riflessione vale in modo particolare per questo loro cd ricco di contaminazioni e spunti di vario tipo.

Partiamo dal titolo: con questo cd i Lamb ci rendono noto di avere superato la "paura dei 4 quarti" e ce lo dimostrano con un intreccio di melodie dal ritmo sincopato, sostenuto da una purissima elettronica a tratti vagamente jazzata, laddove non semplicemente pop o addirittura drum 'n' bass, senza dimenticare perfino la contaminazione classica evocata da un ricco uso di archi.
Detto cosí sembra un'accozzaglia di stili e suoni che tra loro non dicono nulla, ed invece il quadro che ne esce è armonioso e perfettamente in equilibrio ed ogni singolo episodio è autoconclusivo ed al tempo stesso parte del tutto.

Così troviamo perle elettroniche nell'intro Soft Mistake, o in Five, scatenati ritmi drum 'n' bass in Little Things, ipnotici episodi come nella ripetitiva B-line (primo singolo), canzoni vere e proprie come All In Your Hands, dolci nènie come Less Than Two, musiche da film come Bonfire, o leggiadre come Softly, via via fino alla conclusione luminosa che dall'atmosfera fantascientifica di Five ci porta a quella piú cupa e sofferta di Lullaby, in cui la voce roca ed eterea al tempo stesso di Louise ci carezza intensamente mentre alle sue spalle si aprono le note struggenti di un violoncello. Così tra sinth, archi e contrabbasso Louise conclude dicendoci "Always and forever we'll be free".
E giuro signori, piú volte mi si è formata una lacrima.

PS: ora i loro cd li ho tutti, ma questo 2° è una cosa a sé.

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