Ho provato a scrivere un paio di recensioni serie e m’è passata la voglia immediatamente dopo aver visto le reazioni, ma non commenterò.

Dunque. A me la marijuana, a me la pazienza, a me il Porto, a me il tempo libero: è il momento del TRASH!

Quest’oggi ci occupiamo di un filmettino notevole già dal titolo: Infermiere maniache, del 1990. Naturalmente una produzione Troma (sia dannato per sempre chi non conosce questa casa cinematografica, o per lo meno s’informi).

Il primo importante dettaglio è che la trama, così come ce la immaginiamo, non esiste.

Ci sono delle gran gnocche che in abiti succinti girano armate per una clinica (come siano arrivate lì è mistero) limitando le uscite a spedizioni o per raccattare vittime innocenti (aggettivo di cui si abusa ampiamente nel film) su cui condurre tremendi esperimenti (lo scopo? Dare piacere alle sadiche infermiere) o per dare la caccia e uccidere qualche sprovveduto campeggiatore (sempre per diletto). La padrona del posticino ha un rapporto materno (le crea bambole di carne e ossa e le permette di uccidere l’infermiera che le rovina i suddetti giocattoli) con una ragazza che legge fumetti violenti (CAPOLAVORO la scena in cui i nomi dei cattivoni della storia, da Hitler a Mao, passando per Stalin e Charles Manson, escono dal fumetto che l’ignara fanciulla legge), ma l’altra sua prediletta si sente rimpiazzata e trama vendetta. Mille rivelazioni, figli con tatuaggi di Elvis, Parigi, preti penitenti e strip tease svogliati. Il tutto immerso in un’atmosfera da porno anni ’70 e condito da immense scene splatter.

Fine. Non c’è nient’altro da dire, se non: una dovuta citazione per il giardiniere che per i primi venti minuti di film compare casualmente ogni cinque minuti esclamando “maniaci!” o “pervertiti!” e poi muore infilzato su  uno di quei nani da giardino che lustrava da mane a sera con tanto amore e tanta cura e una dovuta citazione per la voce fuori campo che cerca disperatamente di fare chiarezza in quel gran casino che è questo film con frasi del tipo "Per parafrasare un grande poeta, possiamo dire che la sessualità ha un'infità di facce la più importanti delle quali è certamente la violenza, e più la sessualità è disturbata, maggiore è la violenza che ne deriva" (detto mentre una gnocca legge un fumetto in reggiseno e mutande).

Su youtube c’è. GUARDATELO

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