Si fa presto a dire "make some noise"!
Prendi quella boccetta piena di anfetamine e gettala dentro un amplificatore danneggiato che fa scintille a ripetizione così da poter ottenere i Lightning Bolt. Che bello poter avere una band, essere in due e sembrare una marcia di caterpillar che se ne batte altamente di noi povera classe delle elementari indifesa che attraversa la strada proprio in quel momento, con le nostre povere orecchiette illibate e i cappellini per proteggerci dai raggi laser che provengono dai loro fanali in un urlo di guerra.
Arrivati al quinto lavoro c'è ancora quella vena terroristicomusicale che tanto ti fa male quando vai a vederli dal vivo e te li ritrovi in mezzo alla gente a mietere vittime. "Sound Guardians" è ciò che loro sono, il basso drogato fino all'estremo di distorsioni diventa un'enorme chitarrone da assalto e s'adagia sugli stomp della batteria fino a ritmi convulsi e spezzatissimi, a un tiro di schioppo dalle tue orecchie pronti ad illuderti col silenzio iniziale di "Colossus" che lenta ed "elefantina" si muove lenta ed inesorabile cresce cresce fino a finire, ciao. Non fai in tempo ad adattarti agli sberloni che arriva un intruglio acid in salsa delayca con le nenie dasantoneindiano straimbottito di LSD di "Flooded Chamber", un'espansione di nervoso pazzo in fischi debilitanti che sfoga i suoi pruriti HC in "Funny Farm", che ci regala anche un bell'intermezzo """country""" dove il basso non riempie le orecchie ma canticchia una canzoncina dell'allegra fattoria del dolore, fino a tornare a pigliarti a sberle sui denti perchè ti sei distratto, ed ora sei nel bel mezzo di un rodeo a cavalcare un Godzilla rosa incazzato nero che si ripresenta a fine disco su "Transimissionary" mentre corre a demolire la città col suo incedere sludge da fogna elettrica, dodiciminutididistruzionepura.
Che cazzo ve lo dico a fare? Fa male!
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