Sono passati quattro mesi, e per quattro mesi ho pensato a come descrivere il suo concerto. Scrivevo, e cancellavo; scrivevo, e cancellavo. Ero disperato.

"Serata imperdibile, quella in piazza duomo a Brescia..". No, troppo formale.

"Un concerto stupendo, indimenticabile..". No, troppo scontato.

"Ah, Loreena, la tua musica mi ha profondamente affascinato..". No, troppo sdolcinato.

Il tempo passava, le immagini si facevano sempre più rarefatte e faticose, tutto diveniva un sogno distante ed impalpabile.

Era una fresca serata d'estate. Ricordo la sua chioma di capelli rossi, i suoi sorrisi timidi e sinceri, la sua voce velata e malinconica, la sua arpa, la magia, il tempo che sembrava non esistere più, le lacrime soffocate dai rieccheggianti applausi del pubblico. Io non riuscivo ad applaudire, ero immobile e pietrificato, non respiravo. E ad ogni canzone mi sembrava di volare, sprofondare, fluttuare tra le onde di un paradiso che non mi apparteneva e che mai mi apparterrà.

Vi starete chiedendo cosa ci faccio ancora qui a parlare di lei, dopo che vi ho fatto un paiolo così con tutta la sua discografia. Me lo chiedo anche io. Non m'interessa niente, non voglio dare voti nè giudizi, non voglio perdermi nell'insensatezza delle parole; voglio solo ricordare, tutto qui. Ricordare un incantesimo di due scarse ore che la notte sogno di rivivere, finchè non sorge il sole.

Il concerto finì ma io restai inchiodato alla mia sedia, mentre la gente se ne andava soddisfatta e Loreena scompariva dietro il palco, come una visione celeste. L'incantesimo si era spezzato per sempre. Silenzio. Scoppiai a piangere come solo i bambini sanno fare.

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