Della Tsunami ci si può fidare, visto i libri di ottima qualità che pubblica ogni anno, questa volta tocca al primo di tre volumi dedicati al black metal.
I tre volumi del Black Metal Compendium sono divisi per aree geografiche e il primo volume si occupa, come è giusto che sia, di indagare la Scandinavia e le terre del Nord, là dove il genere è nato, mentre i successivi due volumi saranno dedicati all’Europa e agli Stati Uniti e resto del mondo.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi: “perché prendere l’ennesimo libro sul black metal?” La risposta è semplice, primo perché è scritto davvero bene, secondo perché ha un approccio nuovo all’argomento.


Non si tratta, infatti, della solita storia del black metal, che finisce per occuparsi più dei fatti di cronaca nera, né tantomeno del solito “I 100 migliori dischi…”, anche se il cuore del libro sono indubbiamente le recensioni. Lo scopo degli autori è di narrare la storia del black metal occupandosi principalmente della parte più importante di questo movimento, ovvero la musica e con essa tutto il concetto di misantropia, odio, ferocia, rabbia, disprezzo e ribellione che si porta dietro. Per fare questo gli autori, quindi, partono dai dischi, non necessariamente i migliori ma i più rappresentativi, e attraverso questi ricostruiscono la storia del metallo nero.


Non fate l’errore di leggere le singole schede dei dischi - magari saltando dall’una all’altra cercando quello che amate, per capire se gli autori la pensano come voi, o magari quello che non conoscete o di cui avete solo sentito parlare – cosa abbastanza comune in questo tipo di libri. Non che questo tipo di lettura non sia piacevole - come già detto il libro è scritto bene e le schede sono ricche di dettagli, sia tecnici sul disco e sulle canzoni, sia sul contesto in cui è nato l’album – ma questo tipo di approccio alla lettura vi farà perdere qualcosa. Il modo migliore per godere appieno del Black Metal Compendium è quello di approcciarlo come fareste con un romanzo, dall’inizio alla fine, e così facendo scoprirete come la lettura scorra fluida fra una recensione e l’altra e come le schede dei dischi non siano altro che una “scusa” per narrare una storia.


Il libro è diviso in sette capitoli, il primo è dedicato agli esordi e si occupa di quelle band che, in Norvegia, hanno fondato il black metal partendo dal 1992, anno di uscita di “A Blaze In The Northern Sky” dei Darkthrone, scelto come prima pubblicazione discografica completamente e autenticamente black metal così come lo consideriamo oggi.

Il secondo è dedicato a come, dopo la chiusura del negozio di dischi Helvete (là dove tutto ebbe inizio) e la morte di Euronymous, il black metal invece di implodere si sia sempre più diffuso grazie alle band che l’hanno generato, ma anche a nuove band più giovani che hanno deciso di impugnare la torcia della fiamma nera finendo, col tempo, per fare evolvere il genere in qualcosa di nuovo e diverso e in continua evoluzione, pur senza snaturare il concetto iniziale.

La narrazione, nel terzo e nel quarto capitolo, si allontana dalla Norvegia e si sposta a perlustrare i territori vicini dove altre band si sono messe a suonare questo genere, con un approccio, almeno in parte, personale e diverso da quello “true norvegian black metal”, ed ecco spostarci in Finlandia e Svezia. Il quinto capitolo si occupa invece di un diverso approccio a questa musica e porta alla luce (nera) il cosiddetto “symphonic black metal”, mentre il sesto si occupa delle diverse derive che il black metal ha assunto nel corso degli anni, dal dungeon synth, al viking, fino al depressive black metal. C’è poi un ultimo capitolo, dedicato ai maestri, a quelle band e a quei dischi che, pur non potendo ancora definirsi black metal, anche per il semplice fatto che non solo il genere ma lo stesso concetto di black metal ancora non c’era, hanno contribuito a influenzare quelle band che avrebbe creato il genere da lì a poco.


Gli autori dei volumi sono due scrittori italiani, Lorenzo Ottolenghi e Simone Vavalà, appassionati del genere fin dagli esordi e redattori per Metalitalia, scrivono decisamente bene e con passione e mostrano un’enorme cultura, non solo relativa al black metal in particolare o al metal in generale, ma a 360° e basta leggere qualche pagina del volume per rendersene conto. Il libro riesce a interessare sia il neofita, non dando niente per scontato, sia l’appassionato più esperto, addentrandosi in profondità nella narrazione dei dischi, ma soprattutto è una lettura decisamente avvincente.


È inutile citare i dischi trattati nel volume, ci sono sicuramente tutte le band principali, a cui si affiancano una serie di band meno conosciute, anche perché avrete capito che l’intento del libro non è quello di darvi un semplice insieme di recensioni didascaliche, ma quello di raccontare una storia, la storia del metallo nero!

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