Il diretto interessato si è detto soddisfattissimo, felice, entusiasta. Ha anche detto che ci rimarrebbe male se qualcuno definisse questo disco come una nuova impresa dei Simple Minds sotto mentite spoglie, e che lo considererebbe ingiusto soprattutto nei confronti dei suoi co-autori nelle Menti Semplici.

Tutto questo l'ho letto prima di scriverne, ma quando già albergava in me l'intenzione di scrivere proprio, giusto giusto, quella roba lì che a lui dispiace...

Sì, ragas, perché è proprio proprio quella roba lì.

Cioè? Un disco dei Simple Minds, e pure abbastanza bello. Certo, si potrebbe obiettare, non c'è il classico sound della band, così identificabile, soprattutto in quanto a chitarre e batteria. Contro-obiezione: per un lunghissimo periodo, soprattutto nei novanta, è stata la stessa band a rinunciare al proprio sound, per poi tornarci negli ultimi dischi in studio.

Insomma: la voce è quella (ovvio), il genere di canzoni pure (forse questa volta un pelo più interessanti).

Ma la vera questione è: si poteva pretendere qualcosa di diverso?

Prendiamo l'esempio di Paul McCartney: i dischi del Fireman sono, obiettivamente, un progetto parallelo, dove si sente fortissimo il "Macca sound", ma si abdica alla ballatona melensa, all'acuto a volte inutile, alla "beatlesata" più melodica per lasciare spazio alla rumoristica, all'inventiva, all'ambiente...insomma..., di fondo, alla "beatlesata" più "progressive".

Qui, anche a un orecchio appassionato e (credo) competente in materia di Menti Semplici, il tutto pare essere poco, pochissimo più che una mera questione di sound, nel senso che mancano in maniera evidente quella chitarra e quella (ritornata...non sempre presente...) batteria. Il resto naviga (pur navigando piacevolmente) sempre tra gli stessi porti, con riff che puntano a memorizzarsi velocemente, voce suadente e forte senso della canzone.

Ci lamentiamo, dunque? Ovviamente no. Il disco è bello, scorre bene e tiene una bella compagnia. Si piazza sotto l'ottimo (e per ora ultimo) "Graffiti Soul" dei Simple Minds, ma sotto neanche di tanto.

Solo non si capisce lo pseudonimo che, nella versione definitiva dell'album, peraltro, è semi-sparito (pare che inizialmente dovesse esser tutto attribuito a Lostboy...mentre ora il nome di Kerr campeggia forte e chiaro in copertina).

Piena sufficienza ad un onestissimo e -credo- sottovalutato artigiano.

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