Il Liga, dopo l’ottimo successo ottenuto con il precedente "Radiofreccia", decide di concedere il bis e cimentarsi nuovamente come regista con il film “Da zero a dieci”: premetto che, pur essendo un grande fan del cantautore di Correggio, sono rimasto abbastanza deluso da questa opera, soprattutto dopo aver visto il precedente film da lui diretto: se, infatti, in Radiofreccia, i punti forza erano la semplicità della storia e il racconto quasi autobiografico della gioventù anni ’80 dell’epoca, in “Da zero a dieci” la storia, pur avendo un’idea di fondo originale, risulta abbastanza piatta e poco credibile.

La trama è la seguente: Baygon, Libero, Biccio e Giove sono quattro amici ultratrentenni che vivono a Correggio e che decidono di ripercorrere le vacanze fatte a Rimini vent’anni prima, riallacciando i rapporti con 4 ragazze che avevano conosciuto all’epoca (come se fosse facile organizzare una rimpatriata a distanza di 20 anni con ragazze che avevano frequentato per 2 giorni all’età di circa 15 anni e senza averle più sentite..). Occorre specificare le caratteristiche di ciascun ragazzo: Baygon, comico latin-lover, Libero, personaggio con inquietanti sbalzi di umore, Biccio, medico omosessuale e Giove, fissato a chiedere sempre di tutto una valutazione da zero a dieci (da cui il titolo del film).

Giunti a Rimini riconoscono subito le ragazze (ormai ex) a cui viene chiesto principalmente il lavoro, lo stato familiare e un giudizio numerico sulla vita fin lì trascorsa… Biccio e Libero si innamorano di due ragazze e lo stesso Libero si diverte a festeggiare “compleanni” ai suoi amici consistenti nel realizzare a ciascuno un proprio desiderio, così Giove, "cultore" dei voti - da 0 a 10 - canterà le sue canzoni blues su un palco appositamente allestito per lui; Baygon, goliardico quanto scarso latin-lover, potrà trascorrere la notte con quattro prostitute; Biccio, medico omosessuale, potrà sfilare vestito da donna su una carrozza; viene ricordato anche Mirco, loro amico morto tragicamente alla stazione di Bologna in seguito al famoso attentato dell’80, e di cui Libero ne è ossessionato ritenendosi responsabile della morte.

Libero decide di festeggiare il suo compleanno partecipando ad una gara di rally clandestina sul Circuito di Misano ad insaputa degli altri: Giove e la fidanzata, appresa la notizia, cercano raggiungerlo per fargli cambiare idea, ma è troppo tardi e lo vedono uscire dalla pista e schiantarsi contro un muretto: morto. Il film finisce lì. Senza aggiungere nulla sul futuro degli altri personaggi… un film mediocre dalla trama originale che sarebbe potuta essere sviluppata migliormente.  

Ho un presente da 6, un futuro da 4 o da 9, dipende da come mi sveglio.

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