Applausi! È così che si apre questo viaggio musicale. Un basso che incalza, poi ti chiedi: “Ma chi è?”. Ed ecco i vocalizzi: “Lucio Dalla?”. Ma no, non è il Dalla a cui siamo abituati, è un Lucio che si muove nel mondo del jazz.

Accompagnato da un maestro del genere, Marco Di Marco, questo album è un’opera che celebra la storica connessione tra il cantautore bolognese e il pianista jazz. Il loro incontro risale agli anni Settanta, un periodo in cui entrambi hanno condiviso una passione per l’improvvisazione e le raffinate sonorità del jazz. Una collaborazione memorabile impreziosita dal clarinetto di Dalla, strumento che il cantautore non ha mai abbandonato completamente. L’album “Lucio Dalla & Marco Di Marco” raccoglie e rinnova quello spirito, trasformando l’ascolto in un percorso attraverso atmosfere intime, ricche di emozione e sofisticazione. È un dialogo musicale tra due mondi apparentemente distanti ma profondamente complementari: da una parte, le melodie inconfondibili e la voce evocativa di Dalla, dall’altra, il pianoforte elegante e il lirismo jazzistico di Di Marco.

La tracklist include interpretazioni con arrangiamenti che ne esaltano la componente emotiva. Le linee melodiche del cantautore si fondono con le armonie di Di Marco, creando un’esperienza sonora unica, in cui il pop d’autore italiano incontra il respiro universale del jazz.

La copertina stessa racconta questa dualità: un’opera astratta, sobria ma evocativa, in legno scuro, con linee rette e elementi geometrici che trasmettono armonia e minimalismo. I nomi dei due artisti, posti in alto con un font semplice, riflettono la purezza e la profondità di questa collaborazione.

Questo album è anche un toccante omaggio postumo (ristampa del 2012). Non è solo un tributo, ma un promemoria dell’importanza di abbattere le barriere tra generi musicali e di come l’unione tra due mondi artistici possa creare bellezza. È un’opera che, con la sua grazia e il suo lirismo, invita a riscoprire un lato meno noto di Dalla e a lasciarsi trasportare dall’eleganza di Di Marco.

Ascoltarlo è come entrare in un club jazz, sedersi in un angolo e osservare due anime che dialogano in musica. E a ogni nota, una certezza: il jazz non è mai stato così italiano, né il pop così universale.

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