Nera. Come la notte dei bianchi. Come il giorno dei neri. Nera, come la musica dei neri. Nera come i neri. Nera. La notte nella sua voce. La voce di una grande donna con lo sguardo eternamente al cielo, come i neri sanno fare bene. Cercano Dio, un Lord che si fa scudo di cielo e nuvole, che rimane nascosto dietro un'immensità che voci sontuose come quella di Mahalia possono solo cantare, non capire. Dio non va capito, va implorato, va disperatamente chiamato a scendere dalla scala delle stelle e dare un colore diverso al giorno dei neri, soprattutto in quei lontani tempi in cui erano costretti, dal peso del padrone, a riconcorrere batuffoli di cotone, durante quelle lunghe giornate dove il tramonto faceva sempre più dannatamente ritardo. A quei coltivatori di schiavitù, le cui braccia non resistevano e le cui gambe si arrotolavano in un cedevole movimento di sconfitta, rimaneva solo la voce, che durante il giorno erano abituati a carcerare in gola. Un giorno decisero di liberarla, di cantare, di farsi ascoltare da quel cazzo di Lord che erano stanchi di pregare col pensiero, come la loro cultura insegnava. Il canto Gospel si innalzò al cielo come un fulmine e Dio, forse, si meravigliò di vederlo arrivare dalla Terra. Quante cose dobbiamo a questi neri, quanta musica successiva è nata dal loro dolore. Quanti artisti che ora osanniamo, devono lo scheletro della loro arte a quel dolore, a quell'alienazione, a quel blues. Quanti bianchi ne hanno ereditato le sfumature, dando vita, involontariamente, a un paradosso grande e sottovalutato. I dubbi e l'ingenuità di quella gente tempo dopo si trasformarono nella rivoluzione del rock'n'roll. Dalla rabbia tenuta dentra alla rabbia generazionale sputata fuori, per forza, per dovere di rocker.
Mahalia Jackson è una delle più grandi e importanti cantanti Gospel che la musica abbia mai visto. Una perfetta portatrice del dolore nero, un dolore atavico, storico, consolidato. Il blues congenito con cui ogni uomo di colore nasceva, almeno tanto tempo fa. Una vera "mama" nera, una che aveva il dono di far recitare la voce, di farla rallegrare, intristire, morire, vivere di nuovo. Il suo Gospel era suo, ma era di tutti quelli che erano come lei e non aveva la possibilità e la capacità di farlo vivere fuori da una piantagione. Questo suo cd io l'ho acquistato con Repubblica, quindi francamente non so neanche se sia un cd ufficiale o una raccolta o non so cosa e, sinceramente, non mi vanto di avere una grandissime conoscenza di questa interprete, che tuttavia amo visceralmente. Quello che so e che posso ascoltare e che posso sentire su questa mia pelle serpentata di brividi, è che in questi 18 pezzi c'è tutta Mahalia Jackson, tutto il Gospel, tutto la tradizione nera. C'è la tristezza, il blues, le citazioni a una cultura che forse oggi si è quasi totalmente smarrita, o forse si è evoluta, in quelli che erano i suoi caratteri originali. C'è una musica che ora è arresa, adesso è allegra e saltante, spesso ad accompagnare un testo totalmente opposto. Il dolore cantato su note di gioia. Lei ci riusciva davvero bene. In questo disco c'è e non c'è Dio, c'è il canto contro la guerra, contro il razzismo, la gioia delle piccole cose, l'amore in tutte le sue forme, non per forza nere, l'accettazione del proprio destino, della propria condizione. C'è una voce potente e sontuosa, che fa male tanto è bella, che sa addolcirsi e sa ruggire, ma senza fare paura; lei era nota per il suo sorriso contagioso, per la sua allegria esilarante, per la sua forza. Una vera cantante Gospel, che aveva saputo osannare la gioia, senza dimenticare il radicale disagio della gente come lei.
TRACKS
1 . It don't cost very much
2 . To me it's so wonderful
3 . When I wake up in glory
4 . I want my crown
5 . Speak lord Jesus
6 . He calmed the oceans
7 . I couldn't keep it to myself
8 . Then the answer came
9 . The Love of God
10 . He's right on time
11 . Have you anytime for Jesus
12 . Sign of the judgement
13 . No other help I know
14 . Summertime/Sometimes I feel like a motherless child
15 . When the saints go marching in
16 . My desire
17 . I'm on my own way
18 . The lord's prayer
Elenco e tracce
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