il piccoletto di Minneapolis un tempo conosciuto come Prince: un vero gigante nel panorama degli ottanta, e non solo degli ottanta: uno dei grandi di tutti i tempi.
A discapito di alcuni vezzi da superstar difficilmente sopportabili, non si può non definirlo un genio.
Prendete tutto quello che c'era stato finora di black: partendo da una scintilla infuocata della chitarra del grande Jimi, la carica ritmico-sessuale di James Brown, il peperoncino nero di Little Richard, la raffinatezza di Otis Redding, la gioia di vivere di Stevie Wonder, la genialita' di Ray Charles, l'anima blues dei padri del delta, il mondo Motown, e mi scuso per il resto che dimentico; mettete tutto nel frullatore, distillate nell'alambicco e uscira' un barattoletto concentrato alto poco piu' di una chitarra elettrica: leggete l'etichetta: c'e' scritto PRINCE.
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