Una vita veramente miserabile

L’unica opera buona di questi grandi mafiosi della musica sono i concerti promozionali, dove mi danno la possibilità di umiliarmi senza dover pagare. Fossi un vero fan, al termine farei la fila per l’autografo sul cd, per 15 sterline per umiliarmi mi danno 15 secondi. Ben Drew si fa chiamare “Plan B” e in città tutti parlano di lui: ha deciso di suonare rap, così il Signore gli ha dato una vita veramente miserabile, perchè se ci identifichiamo li rendiamo più reali. “Mio padre era un fottuto pazzo religioso e sono grato che sia morto”, ci aveva detto per presentare il cd – le solite cose: la violenza, il Padreterno, le ingiustizie, i preti – insomma 2000 anni di storia dell’uomo di cui Ben non s’è accorto, e invece io sì. Ben non supererà mai il trauma della madre, che ha lasciato il padre per rovinarsi con uno spacciatore di crack, ma questa se devo essere sincero l’aveva già sentita in un film nell’anno 1975 dopo Cristo ed ingiustizie. Ben ha 22 anni ed è cresciuto con Eminem e Nirvana e chissà che infanzia difficile avrà passato. “Questo è un disco per tutti quelli che sono cresciuti sulla strada”. E uno per me, che sono sopravvissuto 30 anni col fumo del ghetto?
“Con centomila copie nella prima settimana, Ben è l’ultimo eroe dal basso” chiude un leccatore di culo e mi presenta una vita veramente miserabile come la mia, affinchè quando tocchi il fondo si accorga che stavo peggio io.


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