Un popolo di grandi sognatori

Da oggi chi ha sul cazzo la propria vita se la cambia al computer, magari durante la pausa pranzo. E’ sufficiente un pugno di dollari e una tendenza innata al fancazzismo; gira voce di questo Jon Jacobs che avrebbe (e chiamalo fesso) messo su online una community virtuale dove per pochi spicci puoi crearti un alter ego (virtuale) e iniziare a giocare. Giochi a vivere. Ad esempio, puoi fare l’affarista; loro si prendono i dollari veri, tu quelli del gioco. Geniale. Come mandare gaiamente affanculo i soldi. A Londra un bimbo di tre anni, per la gioia di mamma e papà, acquista di pugno suo un’auto rosa su Ebay, costo 14.000 euri. Vai a capire come ha fatto; a tre anni già sa usare il computer. Almeno è precoce. Non se la passano meglio in Spagna. Risulta, da un autorevole sondaggio, che i giovanotti iberici dedicano nel weekend dodici ore e passi all’ ‘’ozio sedentario’’, vale a dire web, pc, tivù.. Cazzo, che in Spagna ci sia pure là un DeBaser? Mai dire mai. Da noi italiani butta meglio. Gigi Buffon, orgoglio nazionale, passeggia allegramente con la Seredova per gli agriturismi, riporta l’ANSA, autorevole fonte di autorevoli notizie; Ratzy fa incazzare gli islamici, perché lui rispetta la loro religione, e lo dimostra, ma loro non lo fanno; un celeberrimo critico d’arte esce pazzo in tivù durante una trasmissione nel disperato tentativo di acquistare un po’ di risonanza mediatica. Noi, insomma, restiamo sempre noi. Un popolo di grandi sognatori. E che culo. Maybe tomorrow’ll be a better day.


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