Dov'eri tu nell'Ottantasei?

Ho sempre pensato che gli Smiths siano stati il più grande gruppo anni ottanta, almeno da un certo punto di vista. Perchè gli Smiths sono quel gruppo che ti ricorda sempre qualche tuo amico che giocava a fare lo scrittore raccontandoti epifanie punk che avevano consistenza solo nello spazio tra la sua biro e il foglio di carta. Tutti abbiamo avuto un amico così. Gli Smiths erano speciali nella loro perfetta ovvietà, o li ami o li odi: gli Smiths sono come quei film che trasmettono in terza serata e che ti accontenti anche di rivedere alla diecimilesima replica per il solo gusto di indovinare tutte le scene prima che le trasmettano, e raccontarle al poverocristo seduto accanto a te sul divano, e fanculo se adesso Morrissey sembra un cavolo di usciere di Buckingam Palace totalmente impomatato tipo un modello di Dolce & Galbani, Smiths vi amerò per sempre, ti dici. E intanto nel cervello ti passano i pentagrammi di “Big Mouth Strikes Again”, poi di “Girl Afraid”, poi di “The Queen Is Dead”, poi di “Just Like Honey”, ma aspetta-ti dici- quella è una canzone dei Jesus And Mary Chain. And everything goes on, come la presenza scialba delle nuvole stamattina, completamente cancellate dalle mie lenti da sole.


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