I miracoli di Santa Rosalia

E così per quasi due anni, secondo la Procura di Palermo, Maddalena Carollo di Villabate è stata la donna più occupata d’Italia. Lo chiamano “Il Processo delle talpe”, perchè hanno dovuto spedirne un bel po’ prima di bilanciare il conto: ancora non era partito nulla che la signora già era stata informata di tutto – talpe contro talpe. Un altro miracolo di Santa Rosalia perchè per l’anagrafe italiana la donna non è mai esistita, quella scheda in realtà la usava Totò Cuffaro (e per arrivarci sono servite due milioni di intercettazioni): acquisti dal Sisde e dal Sismi, vendite d’appalto, affari tra mafiosi e uomini di partito, lungo 2500 telefonate e riunioni nelle Case della Libertà (ce la chiudevano a chiave), tanto il boss del negozio di telefoni era Francesco Campanella, Presidente del Consiglio Comunale: la libertà restava in paese. Chiacchiere sulla Sanità, sugli amici degli amici, sui milioni, sui voti, tutti che parlano e nessuno paga e in mezzo sempre lui: il Governatore dalla faccia di zappatore e coppola da picciotto. La stessa che esibisce orgoglioso alla televisione, mentre ride (ma che cazzo ci avrà mai da ridere?) quando gli si chiede se sia normale che un indagato per mafia si atteggi a paladino dell’antimafia; che un manager della Regione prenda qualcosa come 400mila euro l’anno: quanto trenta volte mio padre; che un politico frequenti personaggi come Angelo Siino, un assassino, che nelle aule si difende così: “Se mi permette, signor presidente, Cuffaro cugghiunìa” – appunto: ci prende per il culo.
Cuffaro ride, e con lui ridono le milioni di bestie che l’hanno votato a ritmo di coppola e risate, cassata e Santa Rosalia. E rido pure io: m’era venuto in mente di accendere la televisione italiana, l’ultima volta m’aveva lasciato con un amaro senso di dubbio poco dopo una sfilata di culi, o era di tette non avevo capito bene. Erano i giorni in cui ci avrei giurato si fosse toccato il fondo col Ministro Lunardi, quello che diceva “con la mafia bisogna convivere”. S’era scordato, il Lunardi, che per convivere si abbisogna di uno Stato laico: a questo Cuffaro ci era arrivato, e con la politica e la mafia c’è andato a nozze.
Qualcuno tolga il tappo da quest’isola di merda e faccia andare a picco quest’incubo tutto siciliani brava gente: hanno preso così coscienza della loro miseria che hanno cominciato a chiamarsi bravi da soli.


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