Robert Altman (1925 - 2006)

Davanti all'ipocrita platea di Los Angeles, dove dovevi ritirare un premio alla carriera tardivo e altrettanto ipocrita, raccontasti del tuo cuore malandato, ormai sostituito con quello di una giovane e sfortunata trentenne. Avrebbe potuto battere altri quarant'anni, nei quali avresti continuato a raccontare le tue storie, la tua america popolata da splendidi figli di puttana, perché avevi sempre voglia di cinema. In fondo ci credevi, lo si leggeva nelle tue parole. Invece... Allora proveremo noi a immaginarle quelle storie che sarebbero potute essere, useremo belle canzoni, sceglieremo gli attori, immagineremo i personaggi e una bozza di storia. Accenderemo la luce e poi diremo "si gira". Non sarà mai la stessa cosa, lo sappiamo. Forse ci si potrà in parte consolare riguardando ciò che hai lasciato, che per essere amato non ha mai avuto bisogno di un premio.
***
(Robert Altman fece il suo ingresso ad Hollywood nell'anno di grazia 1970 con la pellicola M.A.S.H., una commedia amara sull'idiozia della guerra e uno stile cinematografico alquanto particolare: largo utilizzo di attori e incoraggiamento all'improvvisazione. Altman è morto in un ospedale di Los Angeles la notte di lunedì: aveva ricevuto l'Oscar alla carriera quest'anno. Il suo più grande successo dopo M.A.S.H. resta Gosford Park, un thriller inglese fino al midollo e Golden Globe per la regia. Nominato per un Academy Award cinque volte (ma mai premiato), personalmente gli sono grato soprattutto per Nashville, dai più sottovalutato, dove il regista creò un affresco di anime - c'è la rock star, il cantante country, casalinghe frustrate - ognuna con la sua storia greve, raccontata così seccamente da non darti neanche il tempo di esser loro indifferente - mp).


Carico i commenti... con calma