315/88 = 3579545.45
Ci sono almeno quindici versioni diverse e le correzioni non hanno mai fine. C'è sempre qualcosa da cambiare. Il regista si accorge continuamente che quel dato particolare appare stonato e che deve interrompere le sue attività, proiettarsi al tavolo da lavoro e modificare l'aspetto di quel pezzo di film. Accade in media ogni notte quando i suoi compagni di casa sono già andati a dormire. Succede in continuazione che si accorga che qualcosa non va e debba essere cambiato, e si adopera in modo da riuscire a sedersi al tavolo da lavoro e modificare un colore o un contrasto in un infinitesimo di millimetro nel minor tempo possibile, poichè più il tempo passa e più altri errori vengono a galla, e le imperfezioni si sommano a un punto tale da costringerlo ad autofilmarsi con una videocamera amatoriale durante il processo creativo, in modo da non perdere nemmeno un attimo della sua doppia scansione del reale. La sua carriera è agli inizi, e tuttavia già si accorge di come più i particolari da modificare salgono a galla e più gli stessi si facciano irrilevanti nonostante continuino a costituire dei punti imprescindibili su cui nessun discorso può tenere in senso contrario. Da un punto di vista oggettivo la logica dell'artista in sé è già andata a puttane, poichè nessuno che guardi il film con un minimo di partecipazione noterà alcun errore, mentre lui, e soltanto lui continua a vedere nella continuità soltanto la scansione degli errori e delle imperfezioni che credeva di aver sanato. Ogni intervento di modifica si somma agli altri, fino al punto in cui i fotogrammi non sono più riconoscibili come indici di un originale, né come originali, poichè gli strati di correzione si sono sommati talmente tanto l'uno sull'altro che il film non passa più nel proiettore, e che cosa rappresentino quelle ombre deformi che si muovono sul fondale di quelle immagini scurissime lo sa soltanto lui.