La parte occidentale dell'Italia

Per una strana coincidenza mi sono ritrovato a parlare con Joel Tammik, una delle nuove e seguite leve della realtà Ambient contemporanea, e delle fortunate esperienze del sottoscritto, insieme a quella con Senait Mehari, musicista eritrea abbandonata all’età di sei anni ed arruolata nell’esercito ribelle. “Se voglio vedere la guerra” – ci diceva mentre mi sbronzavo come una bestia – “non ho bisogno di sparare”. Una bella persona Senait, con gli occhi che mi raccontavano la nostalgia del deserto. Fortunata esperienza anche la scimmia scappata dallo Zoo di Londra due settimane prima, e che chissà perché m’era parsa di vedere tra le strade di Brixton: le sarà venuta nostalgia della giungla. Estone, spirituale, profondamente coinvolto nella sua esperienza, ecco Joel Tammik: restare romantici senza lamentarsi in eterno della disillusione. “Richiamare l’estate, ma vivendo uno scuro e freddo giorno d’inverno. E’ un po’ questo il segreto. Non riuscirei mai ad immaginare la mia vita in un posto dove non possa trovare il mare o un fiume accanto. Molto probabilmente mi prosciugherei”. Nessuno più si affaccia sopra un fiume, Joel, hanno perso il gusto di affacciarsi sopra un fiume. L’altro giorno dico a uno: ma perché non ti vai a fare una passeggiata? Chessò, vai ad affacciarti sopra un fiume. “Dove sono nato le cose sono più influenzate dai sentimenti locali, per niente connesse con gli avvenimenti e le vicissitudini del mondo. La zona non è molto grande, ma la gente fa cerchio intorno e sostiene la musica di qualità”. L’ultima volta che sono tornato a casa e la gente si stringeva fu al Concerto del Primo Maggio, un giovane missino mi passava un volantino, "A fianco dei morti di Nassiriya". No, gli dissi, non sono d'accordo amico ariano: trovo ingiusto stare a fianco di quelli vivi e altrettanto ingiusto troverei alla mia giovane età stare di fianco ai morti. “Adoro viaggiare in motocicletta. Quale cosa può un uomo trovare più interessante di guidare attraverso piccoli villaggi in strani paesi. Sono così passato per numerosi luoghi europei, la parte occidentale dell’Italia (è la prima volta che sento dividere in verticale, ndr) mi aspetta per scoprirla, ma c’è sempre tempo per ogni cosa”. Mia sorella s'è trasferita lì da dieci anni e sul muro durante la guerra in Afghanistan qualcuno ha scritto "Napoletano razza da sterminare", a ricordarmi che m'ero scordato da dove vengo. Ogni volta mio padre pare invecchiato di cent'anni, ma siamo troppo deboli per dire che già ci manchiamo, così parliamo di stronzate. Gli dissi: Babbo, ho conosciuto una ragazza - Kimi - mezza indiana: era una giornata di sole e m'era sembrata così gentile che ho sentito il dovere di dividere la notte. A mio padre quasi venne un colpo: quarant'anni di fabbrica l'avevano convinto che la fine del mondo fosse in qualche posto nella parte occidentale dell’Italia. E adesso che dormo con una nuova anima delicata, già domani mi sentirò così solo che non saprò da dove cominciare, così comincerò con l'odiare lei.
(Intervista completa all'interno DeRecensioni.LeAltre©)


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