Requiem for a dream

Jared Leto sta attraversando il miglior tempo della sua vita. “E’ semplicemente fantastico!”, sputa al microfono il Vj di Much Music Tv: hanno appena trasmesso un video di 11 minuti di una band americana, "30 seconds to Mars". Il Vj ed io non andiamo molto d’accordo, forse perchè il termine Vj mi trasmette una sorta d’orticaria post-moderna, o forse perchè sono tre minuti che ripete “E’ semplicemente fantastico!” al ritmo di 50 dollari per ogni parere, mentre io ci avevo visto (a voler esagerare) una sorta di omaggio a certo cinema cinese, alcune esplosioni e sul finire gente piuttosto crudele. Il gruppo suonava qualcosa che si potrebbe definire emocore, ma non saprei come definire qualcosa emocore: ad ogni modo per fare una cosa emocore ha rifiutato un ruolo per Clint Eastwood.
I musicisti (in teoria) devono suonare, gli attori recitare; quando le due cose si incontrano viene (in pratica) qualcosa di francamente spaventoso: così per il country acquoso di Kevin Bacon, il jazz freak dell’Orchestra di Woody Allen, la carriera soul di Eddy Murphy, senza voler sfociare nel patetico. Per chi necessiti di approfondimento, Jared è uno dei due attori – l’altro Ralph Fiennes – che mi capita di seguire con una strana sorta di ansia, una cosa molto vicina agli ultimi residui di entusiasmo giovanile: aspetto solo che sbaglino per liberarmi pure di questo.
Se come il sottoscritto volete portarvi avanti con il lavoro e prenotarvi gli eroi del prossimo futuro, vi consiglio i The Twang: cinque pagliacci di Birmingham che suonano come gli Stone Roses che stuprano Eminem: non avendo più idee su come affrontare il pubblico hanno deciso di farlo con una spada da samurai sul palco, quindi decidiamo di spegnere la televisione.
“Ho guardato “Requiem for a dream” di nuovo e subito mi sono ricordato i primi mesi in questa città, quando tutto mi spaventava, e allora andavo a ballare al “Soho bar”, e continuavo a sentirmi disperatamente solo, come non lo ero mai stato. Ricordo che una volta non sono riuscito ad entrare al cesso perchè c’era questo ragazzo che s’era convinto di essere un'arancia, ed era pietrificato dall’idea di essere sbucciato vivo”.
“Quello ero io!”
“Ah! Comunque quelli sì che erano grandi giorni, mica questi!”


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