Light a candle for Jeff (1997-2007)

"Nessuno vive mai per sempre", cantava Chris Cornell in "Wave goodbye" ma il problema non è sopravvivere a lungo ma invecchiare male. Nessuno vive per sempre e chissà Jeff, che in questi giorni avrebbe avuto 41 anni, come sarebbe invecchiato. Avrebbe salvato il mondo e il portafogli accompagnando Elizabeth Fraser al Live8, cantato per i soldi e poi contati. Avrebbe suonato di supporto ai Coldplay o (magari un po' schifato) nemmeno mai suonato. Qualunque cosa ti venga in mente per ricordare Jeff, scrivila quì: www.jeffbuckley.com. Tim ha festeggiato tatuandosi il braccio, Katrina ha aiutato il destino e chiamato suo figlio Buckley Jr., Will ha comprato una torta con la ragazza, hanno espresso un desiderio e niente di che ma almeno beati loro. "Nessuno vive mai per sempre" si lamentava Chris in un disco che ho tanto amato, e quanto ho amato pure lui ma il problema è che alla fine ce l'ho fatta: mi sono scordato di lui e della sua canzone e siamo tutti un po' invecchiati male.
Jeff Buckley è stato l'ultimo dei romantici: figlio di un musicista di enorme talento morto per overdose; emerso dal sottobosco dopo una performance strepitosa ad un concerto-tributo al padre; un pugno di canzoni di bellezza lacerante; una morte inspiegabile, nel fiore della giovinezza e della speranza, quando il tempo impietoso segnava l'inizio del mito. E' questo genere di persone che rendono il mio cuore, se non sicuramente felice, almeno vivo. Persone come lui, che mi accompagna nei ricordi, e come lei, che fa parte dei ricordi, sebbene questi ultimi, tristi o felici che siano, fanno sempre soffrire.


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