IL GIORNO CHE JOHN PEEL
Una sola cosa non ho mai sopportato di John Peel: i suoi capelli da giovane. Per il resto il ragazzo è stato capace di indovinare un gruppo su 50, e non è mica poco. Così, il giorno che John s'è accorto di averne abbastanza con questo mondo pazzo e disperato, alla tv stranamente c'era qualcosa da vedere, oltre a tutta questa ggente che piange e che inciucia - mentre nasce, si accoppia e aspetta di morire.
Succede che al funerale inquadrano Mark E.Smith dei Fall - uno che non piange mai - e questi rimurgina qualcosa in diretta televisiva e poi manda milioni di anime piangenti e morenti a prenderselo nel culo. Gran cosa.
A distanza di tempo mi rifaccio prestare la tv, e c'è ancora tutta questa ggente piangente e morente, e c'è Bon Jovi, e Justin Timberlake, e il corpo mummificato di Rod Stewart - tutti felici e plaudenti mentre un abbronzato BonoVox si gusta l'entrata nella Rock&Roll Hall of Fame.
E c'era anche John Peel, e c'aveva i capelli da giovane, giusto così per dispetto, e rimurginava sui Fall, sui Joy Division, su milioni di corpi mummificati e morenti - e s'era già accorto da tempo di averne abbastanza.