La teoria dei polpettoni di Natale

Se in questo momento sei seduto nel tuo ufficio mentre sopravvivi all'ennesima giornata da dimenticare, non provi un'emozione da due anni e stai leggendo le mie avventure mozzafiato mentre sopravvivi all'ennesima erezione da dimenticare, ti rovinerà completamente l'umore sapere che in un altro mondo (al contrario di te) io ho una vita decente.
E' la teoria degli "Universi Paralleli": in quello in cui ci tocca vivere gli eventi si succedono come sequenza di miliardi di coincidenze per ognuna delle quali, alla mancata realizzazione, si crea un altro mondo e un altro destino, dove giustamente a differenza di questo mi sono già sparato da tempo un colpo in testa.
Questo Natale goditi le nuove teorie fanta-religiose nel fresco polpettone hollywoodiano (si presta bene anche alla Playstation) dal titolo "The Golden Compass": una realtà parallela governata da una casta di tiranni, mostri e preti veramente indistinguibili. Ogni umano ha a disposizione un tot di energia: a ogni livello del gioco ne perdi un po' e devi stare attento perché se la finisci rischi di ritrovarti islamico-comunista, frocio-comunista o - nel più terribile dei casi - islamico e frocio.
Come se non bastasse la tua anima è anche proprietà di un demone dai lineamenti chiaramente iraniani (qualche decennio fa addestrato a Mosca) ed è solo una bonazza di nome Marisa ad avere la possibilità di salvare questo mondo di merda che copia spudoratamente gli stessi principi del nostro. Molte volte Marisa-la-bonazza quasi rischia di morire: ha già poca energia, poi una specie di prete la ammacca con un fanta-giavellotto perforante e lei quasi rimpiange la crudeltà di altri universi, dove al massimo i preti ti inchiappettano.
E dove non succede mai niente di eccezionale: mi sbronzo come una bestia prima di salire sui bus e parlare con Babbo Natale per via della solitudine. Ho scoperto in qualche libro fanta-religioso che, in qualche altro buco, per quache oscura ragione io non avrò bisogno di lui. Una volta mi sono fatto accompagnare alla tomba di Nick Drake e quando me ne sono tornato era sempre lui che guidava.
Sulla lapide c'era scritto: Now we rise and we are everywhere. Anche io quando muoio voglio tornare a Napoli e farmi seppellire; sulla tomba ci scriverò: Adesso mi sollevo e me ne vado.


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