Qualcuno chiuda quella porta

Ho una vespa. Centocinquanta di cilindrata, Piaggio, blu. E' sopravvissuta a Bre¸nev, al disgelo degli anni ottanta, alla caduta del Muro di Berlino, all'undici settembre e, pur malridotta, ancora oggi funziona. Dopo trent'anni. Certo che funziona! Vero è che anche l'occhio vuole la sua parte, ma non mi ha (quasi) mai lasciato a piedi.
La vespa funziona bene, ma c'è chi, durante la notte, ha piacere nel bucarne le ruote. Non ho mai visto il malfattore, né ho abbastanza prove per incastrarlo, ma io lo so chi è. So chi è e prima o poi lo beccherò sul fatto. Gliela farò pagare.

Un amico, tra una chitarra di Stone Gossard ed un assolo di Mike McCready, studia da entomologo. Lo preferisco quando parla di grunge, ma è stato lui a dirmi che la vespa appartiene all'ordine degli imenotteri. Vola, punge e, come la Juve Stabia, veste di giallonero. E' un insetto sociale, come le api. E' un insetto sociale, ma, se pure mi è stata spiegata, quale sia la sua utilità proprio non ricordo.

Bruno Vespa, invece, lo conosciamo tutti. Non lasciatevi ingannare dalle apparenze, poiché nulla ha a che fare con gli imenotteri. E' un giornalista, ma vi è ben poco da stupirsi e per cui annichilire, poiché giornalisti sono anche Aldo Biscardi e Luca Giurato. Bruno Vespa, in affannosa competizione con altri autori nostrani (Veltroni, Moccia...), scrive libri che nessuno legge, ma tutti comprano, e da anni conduce una trasmissione televisiva in onda sul primo canale: "Porta a Porta".
"Porta a Porta" è un circo partorito dalla mente di Tod Browning, dove a Vespa si affiancano personaggi del mondo della politica (?) e dello spettacolo, e si compiono atrocità. Famelici medici discorrono di chirurgia plastica e scienziati studiano menti criminali. Si ricostruiscono omicidi su plastico. Uomini perversi stipulano contratti, unilaterali, con gli italiani. "Porta a Porta" è un teatro degli orrori.

Sono stanco. L'altra sera ci ho visto Al Bano. Sono veramente stanco. Così sono uscito, sperando di cogliere sul fatto il solito sabotatore. Ma aveva già colpito e l'indomani mattina non mi restava che fare la solita levataccia per risolvere il problema, prima di recarmi al lavoro.
Ho deciso di fare due passi, che pioveva e le strade erano deserte. Faceva un freddo cane. Mi sono chiesto il perché di tutto questo. Perché nessuno chiude quella porta?”


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