Le tartarughe ninja

La prima cosa che Aurore vide uscendo dalla stazione fu la statua di Garibaldi. Aurore è una slanciata ragazza francese che solca il mondo in ballerine rosse. Ha il viso sempre corrucciato e la si nota certamente non solo per le scarpe. Il primo giorno le rubarono le valigie; il secondo giorno, appena aperte le finestre, le rubarono il cuore. Da quel giorno sono passati due anni, ha deciso di restare: non vale la pena di vivere pensando sempre a qualcosa che non puoi avere o non puoi vedere.

Sta cambiando Aurore. I francesi hanno sempre quell'aria severa, di persone non disposte a farla passare liscia al primo stronzo giunto per caso da chi sa dove. A volte cammina per Spaccanapoli guardando tutto in mondo distante, alieno. Altre volte attacca a parlare in un napoletano così stretto che a me sfugge tutto via. Aurore deve decidersi.

Prendiamo la nostra piccola margherita piegata in quattro, avvolta in quella carta che tra qualche istante diventerà trasparente. Mi dice: "Ma come è possibile che nessuno gli dice niente? ...è un massone, un corruttore... e non ve ne frega un cazzo. E' un massone! ...come potete permettere una cosa del genere?"

Ci incamminiamo, la prima statua è quella enorme di Mazzini. Poi a destra c'è quella di Cavour, a sinistra quella di Garibaldi. Massoni e niente più, come le tartarughe ninja covavano nell'ombra. Mangiamo la nostra pizza all'aperto, all'ombra, in mezzo a queste verdi statue che sanno di decadenza, in questo caldo che sembra una maledizione.

"Aurore, Garibaldi scappò dall'Italia e si diede alla pirateria. Assaltava tutte le navi che incontrava lungo il corso del Rio Grande. Entrò in Sicilia in silenzio e cominciò a corrompere tutti con i soldi degli inglesi, ad ottenere il consenso con la forza dei briganti. Aurore, leggi quello che ne pensava il futuro Re d'Italia di Garibaldi... Ti divertirai. Aurore, ma tu immagini cos'era Napoli prima di Garibaldi? Qui c'è gente che ha visto il mondo senza mai uscire dal proprio vicolo. Eravamo... lascia perdere, Aurore."

Lascio perdere, lei lascia perdere. Mi guardo la pizza tra le mani e a quella penso. Aurore prende la bottiglietta d'acqua, svita il tappo e prima di avvicinarla alla bocca le scappa una risata leggera, di quelle ambigue e intrattenibili perchè sincere. Mi fermo mentre avvicino la pizza alla bocca. Le dico: "Fammi capire Aurore: ridi da francese pensando ai Borboni; agli inglesi sempre a confabulare... o ridi da napoletana, immaginando la statua di Berlusconi?"


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