C'era una volta in Sudafrica. Ma anche in Italia.

L'allenatore della nazionale italiana di calcio è un duro. Somiglia a Paul Newman. Fuma il sigaro. Ha più conflitti di interessi di Berlusconi. La simpatia di Belpietro. Va in Sudafrica per la Confederations Cup e dichiara di non volerla vincere. Perché: "Chi vince la Confederations Cup, poi non vince il Mondiale". Ragionamento ineccepibile: nessuna squadra ha mai vinto le due competizioni di seguito. Ma nessuno lo ha spiegato ai brasiliani.
Il ventuno giugno a Pretoria la Seleção prende a pallate la nazionale italiana sotto gli occhi del pubblico pallonaro dell'intero pianeta. Finisce tre a zero. L'Italia, "in mutande" contro l'Egitto, è fuori dalla Confederations Cup. Un altro allenatore avrebbe rassegnato le dimissioni. Paul Newman no. Respinge ogni critica e, come è costume nel nostro paese, chiude la bocca ai giornalisti.
Per stampa e televisione la Confederations Cup diventa un trofeo da bar e Paul Newman viene assolto. Ma insorge il popolo di internet. Quello che fa tremare i poteri forti. Quello dei social network. Chiede un rinnovamento della squadra, la testa del tecnico.
Paul Newman però se ne frega dei social network e resta al suo posto.

I social network piacciono a tutti. Ma non servono a un cazzo. Sono un toccasana per le istituzioni, che difatti ci vogliono far credere il contrario e ne hanno fatto argomento e materia di esame. Il venticinque giugno il "tema di attualità" sui social network è stato scelto dal 30% dei partecipanti agli esami (povero Svevo). Dell'argomento, come di calcio del resto, tutti hanno qualcosa da dire.
Grazie ai social network sembriamo tutti migliori. Distanti, ma più belli e più buoni. Ed allora, in qualche modo, più vicini. Ad un anno dal Mondiale, il Sudafrica non è poi così lontano. E' questo che deve aver pensato Robert von Palace quando si è registrato su Facebook.

Costui ha sessantadue anni. A molti ricorderà il cattivo torturatore con la mano di legno di "Vamos a Matar Compañeros", ma Robert non ha alcuna parentela con Jack Palance. E' italiano, ma dal 1986 latitante in Sudafrica, dove si occupa di finanza e acque minerali. Il suo vero nome è Vito Roberto Palazzolo. Noto perché "Cassiere dei corleonesi" e per la frequentazione di simpatici personaggi che siedono nel nostro parlamento, è stato condannato a nove anni di carcere per associazione mafiosa. Ha amici potenti e molti soldi. Non basterà la Seleção per rispedirlo a casa..

Poveri sudafricani. Magari prima o poi gliene mandiamo giù uno buono. Forse.


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