La Fisica (non Quantistica) dell'Amore

La prima volta che m'innamorai avevo 15 anni: lei si chiamava Eva (sempre saputo di aver davanti a me un destino "biblico"), era una mia compagna di scuola, capelli castani, lunghi e lisci, e due occhi color cenere.
Per lei scrissi:
"Sfiorami, oppure cambia il tuo cammino: traiettorie tracciamo noi, i tuoi occhi illuminano i miei pensieri".

Non trovai mai il coraggio di dichiararmi e farle leggere le mie parole...


La seconda volta che m'innamorai di anni ne avevo 18: lei si chiamava Màrida, alta e morbida, un futuro da psicologa (doveva finire male: io e l'esoterismo non siamo mai andati d'accordo), la conobbi tramite amicizie comuni.
Per lei scrissi:
"Cercandoti sono come il solito punto che, sulla solita retta, si muove in moto rettilineo ed uniforme: non so se riuscirò mai a raggiungerti".

La storia finì per autocombustione, dopo 4 anni, vissuti pericolosamente, ad allontanarci per poi cercarsi a vicenda...


Per la terza dovettero finire i '90 ed iniziare (abbondantemente) gli "zero". Di anni ne avevo 31 e mi imbattei in un avvocato (non era il mio: lui si limitò a presentarmi la collega) biondo (bionda...) di origini mitteleuropee (come me). Per Alessandra scrissi:
"Solo perché sei la mia dipendenza mi costringo a rivoluzionare le leggi che regolano il mio incedere nell'universo".

Durò poco meno di una stagione (tra un Fiorile ed un Pratile) e finì per mancanza di coraggio.


Attualmente sono innamorato (la quarta volta... dopo la terza pensai che non sarebbe più capitato), e per lei non ho scritto ancora nulla ma va tutto da Dio...

Trovate voi la morale...


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