La parte oscura

Era accaduto per caso.
Certo, ne aveva sentito parlare in abbondanza dai media e dalla gente in generale ma non le era mai capitato di trovarsi invischiata in uno schifo simile.
Quel giorno stava cercando un file in rete, operazione certo discutibile ma prassi comune per molte persone. Beh, questo era un file musicale di un cd introvabile, ed aveva spulciato diverse fonti prima di trovare questa, all’apparenza la più attendibile. C’erano volute almeno tre ore per scaricarlo tutto ma alla fine lo aveva, era questo l’importante, no? Solo sul tardi l’aveva controllato, a fine giornata, quando oramai l’elenco delle cose da fare si era  finalmente esaurito.
In relax, impreparata. Per questo la botta fu ancora più forte.

Non si trattava di un file musicale, la cartella era divisa in sottocartelle, tutte pesanti, tutte contenenti file formato jpg. Foto.
Prima la delusione, uffa,  poi la curiosità: ne apre una.
Non è possibile. Sbatte gli occhi, un senso di repulsione. Ne apre un‘altra. Ancora. Cazzo non è possibile, non è possibile. Ne apre cinque, nove, apre ogni cartella, ancora e ancora. Decine e decine di foto inequivocabili. La bocca dello stomaco si restringe. Oltre quattrocento immagini. Sta lì e fissa lo schermo, immobile. Incredula.
Bambini e bambine. Ma soprattutto queste ultime.

Aumenta il senso di nausea, inizia la rabbia, e infine lo sgomento.. Chi è questo bastardo che mette foto simili in rete, chi è lo stronzo che la obbliga a questo scempio… Non ci può credere. Non aveva mai potuto nemmeno immaginare che i corpi dei bambini potessero essere immortalati in QUEL modo, che si potessero fare scatti simili a dei bambini, cazzo, Gli Innocenti. Sì lo sapeva, ma per sentito dire, non per esperienza personale. Così è tutta un’altra cosa.
Si riprende, cancella tutto, cancella il file, lo toglie dai condivisi, spegne il pc. Fa altro. Deve fare altro.

Passano due giorni, deve fare qualcosa. Deve fare in modo che qualcuno indaghi su questo schifo ma possibilmente rimanendone fuori, non rischiando in prima persona il coinvolgimento, ci mancherebbe questo.
Per lo share si va dalla sanzione amministrativa fino al penale, poi con questo materiale…
Interroga avvocati, amici magistrati, amici fidati. Si trova una scappatoia. Ripete il download, prepara un cd e lo consegna anonimamente alla polizia tramite amici ed aspetta, aspetta, aspetta. Aspetta che qualcosa accada.

Ma quelle foto, eliminate dalla cartella condivisi, eliminate dall' hard disk, cancellate dalla routine, non se ne vanno, sono sempre lì, impresse, con la forza impressionante del primo dagherrotipo, con la loro cruda malizia che in uno scatto ha infangato secoli di racconti di candida innocenza e di sogni sereni.


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