Sancta Sanctorum

Gianna Beretta Molla. Chi era costei?
Qualche lettore poco più attento della media avrà visto in questi giorni il trafiletto con cui qualche quotidiano ha dato la notizia della morte del marito, l’Ingegnere Pietro Molla.

Ebbene, Gianna Beretta Molla era una pediatra, classe 1922.
Aggiungiamo qualche particolare biografico, tratto dal sito ufficiale del Vaticano.
Nel settembre 1961 ella, oltre ad un marito, dicono le cronache, innamoratissimo, era già madre di tre figli: un maschietto di quattro anni e dieci mesi, e due femminucce rispettivamente di tre anni e nove mesi e di due anni e un mese.
Immaginiamoci un attimo il quadretto: Due professionisti, un medico e un ingegnere, nella Lombardia di quell’Italia in pieno boom economico, con tre deliziosi marmocchi in età prescolare.
In quello stesso mese di settembre 1961, verso il termine del secondo mese della quarta gravidanza, Gianna Beretta Molla si accorge di avere un fibroma all'utero.
La parte commovente la teniamo corta.
Nonostante sia un medico, e sappia benissimo a cosa va incontro, la signora accetta solo le cure indispensabili e non nocive al nascituro, che darà alla luce sette mesi più tardi, nell’aprile 1962.
Sette giorni dopo il parto Gianna Beretta Molla muore, lasciando 4 (quattro) orfani in tenera età ed un vedovo.

Quarantadue anni dopo, nel 2004, fu proclamata Santa dal Papa polacco. Santa. Ripeto, Santa.

Non conoscevo questa storia, fino ad oggi, 3 aprile 2010. L’ho letta negli stessi giornali che da settimane sbattono titoloni sui casi di preti sporcaccioni che mettevano le mani addosso ai chierichetti.
Ma quella dei preti dalle mani lunghe (diciamo le mani), oltre ad essere una storia risaputa anche se non per questo meno grave, è una storia che riguarda gli uomini-prete, non la Chiesa, non la Fede, non la Dottrina.
La Chiesa, oltre ad un moderato danno di immagine, non rischia nulla.
La Chiesa è la perfetta istituzione di potere davanti alla quale mi inchino.
Non per nulla ho sempre preferito i Gesuiti, ricchi, cinici e colti, al pretino di campagna dal cuore grande.

E la Chiesa non rischia nulla perché gli uomini si scandalizzano (falsamente) di questi pur gravi fatti, ma non mettono a fuoco che il vero Male, la vera vergogna che grida vendetta al Cielo, il vero cancro che divora l’Uomo come essere senziente, è proprio quella Fede e quella Dottrina contro natura che ci propone come Santa da adorare una donna la cui vicenda umana dovrebbe farci un orrore nero e senza fondo, che dovrebbe farci piangere per la sorte di bambini innocenti, che dovrebbe indignarci perché la comunità di cui facciamo parte richiede ancora i sacrifici umani. I sacrifici umani per esorcizzare la Paura della Vita, qui ed ora, e la Paura del Nulla, nel quale presto o tardi saremo felici di vederla precipitare.

P.S. Naturalmente smentisco tutto quello che c’è scritto qui sopra; bisogna essere dei pazzi per trattare temi di questa portata in poche righe, dentro una paginetta di un sito popolato da adolescenti brufolosi e vecchi rincoglioniti dalle canzonette rock.


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