
Meglio millecinquecento idioti che un solo Speranzon
Dunque, sentirsi o definirsi intellettuale equivale ad ammettere la propria idiozia, la propria malafede, la propria stupidità assoluta, mascherata da una bella e sana coltre di arroganza e cinismo?
“Lo scrittore Cesare Battisti, rifugiato politico a Parigi, è stato arrestato dalle forze di polizia francesi il 10.2.04, ed è trattenuto in carcere in attesa di estradizione. Protestiamo contro questo scandalo giuridico e umano, e chiediamo l'immediata liberazione di Battisti.”
Sto tentando di comprendere la psiche dei millecinquecento firmatari di questo appello. Perché tutta questa colta partecipazione per Cesare Battisti e non per Ercole Vangeli, omicida plurimo? O per l’ineffabile ex gaudente Angelo Izzo o per l’incredibile Skylar Deleon?
Nei miei infruttuosi e psicologicamente carenti tentativi ho tentato di vedere attraverso gli occhi degli eroici millecinquecento: Vangeli è un terrone senza stile, probabilmente si ciba d’aglio, ama la mamma, ha la canotta macchiata di sugo e tiene i caricatori accanto alle immagini di Maradona e della Madonna; Angelo Izzo è un fascista di merda, un neonazista, calvo e bruttarello, degno di marcire accanto a Hitler, Céline e ad Anselmo Sgaldan (Anselmo, 97 anni, da Vigodarzere, è l’unico nonno in Italia a non essere mai stato un partigiano, bensì un fascista; lui, unico in tutta la nostra grande nazione); Skylar Deleon ha distrutto la psiche di miliardi di bambini, da Alpha Centauri a Ficarazzi, Palermo, impersonando uno dei Power Rangers, tipico prodotto televisivo obnubilantemente fallocentrico di una civiltà americana hamburgerizzata in piena decadenza culturale e intellettuale. E antifemminista.
Cesare Battisti no. Bernard-Henri Lévy lo definisce “ancien enragé divenuto scrittore". Philippe Sollers, Daniel Pennac, Fred Vargas, Valerio Evangelisti, i Wu Ming, Vauro, Marco Philopat, Tiziano Scarpa, Alex Cremonesi lo ammirano: sono alcuni, tra i più celebri, che all’epoca firmarono l’appello sopra riportato, credendosi tanti piccoli Zola impegnati in un affare Dreyfus trasportato nel XXI secolo.
Con la loro semplice firma, in calce ad una così assurda richiesta, hanno dimostrato ben altro, senza che si avverta il bisogno di leggere i loro scritti in proposito, le loro apologie, le loro miserabili autodifese.
Hanno dimostrato di non aver capito che Battisti, come Vangeli, Izzo, o Deleon, ha semplicemente impugnato la pistola e ucciso.
Hanno dimostrato di non aver compreso che quattro parole del cazzo, vergate in ordine e pubblicate, non fanno di un pennivendolo uno scrittore o un artista. E anche se lo facessero, non potrebbero cancellare omicidi compiuti ipocritamente nel nome del terrorismo proletario.
Hanno dimostrato di non aver capito che non possono più giocare a fare gli arrabbiati, giunti all’età della ragione: la pietà va alle vittime, non ai carnefici; l’impegno sociale deve essere riservato agli innocenti e ai deboli, non ai tracotanti e arroganti Battisti di ogni credo; che l’ammirazione verso i tenebrosi e violenti prevaricatori dell’ordine instaurato tra uomo e uomo, verso i colti vendicatori del popolo (del quale peraltro i firmatari non fanno parte) adombra miopia assoluta: o, più spesso, cieca malafede, egolatria e inebriamento delle proprie grottesche visioni del mondo politico e sociale.
Ma ecco, sorpresa, una nera surrealtà che si china a inghiottire l’era della ragione.
In questi giorni è partita da Venezia una grottesca operazione di boicottaggio verso i libri di questi signori; Raffaele Speranzon, assessore alla Cultura della Provincia di Venezia con delega alle Biblioteche, ha affermato: "Scriverò agli assessori alla Cultura dei Comuni del Veneziano perché queste persone (i firmatari di cui sopra, N.d.A) siano dichiarate sgradite e chiederò loro, dato anche che le biblioteche civiche sono inserite in un sistema provinciale, che le loro opere vengano ritirate dagli scaffali: è necessario un segnale forte dalla politica per condannare il comportamento di questi intellettuali che spalleggiando un terrorista". Particolarmente inquietante è stato l’appoggio dato alla proposta da parte di Franco Maccari, segretario generale del sindacato di polizia Coisp. Polizia e controllo dei libri: qui qualcosa non quadra.
Ad idiozia aggiungiamo estrema idiozia, velata però da paura: ed ecco che si torna ad un clima grottesco dove da una parte si gioca al piccolo nazista con le liste nere di libri; dall’altra si recita la parte dei geniali artisti attaccati da una selvaggia dittatura ma mai domi, sempre ribelli (cazzo, i Wu Ming e Valerio Evangelisti, altro che Heine, Mann o Remarque!).
Ho paura sapendo che Raffaele Speranzon è diventato assessore alla Cultura. Perché è un burocrate ignorante, un ex MSI, perché certamente, date le sue parole, vive nel culto di Mussolini, perché ad un Cro-Magnon come lui è stata affidata una delle più alte missioni: la protezione e il progresso della cultura, gradita o sgradita al potere.
Per cui, nonostante tutto il livore che ho riversato nelle righe precedenti, aggiungo una firma a favore di quei poveri dementi dei firmatari a favore di Battisti.
Che continuino imperterriti a scrivere, pubblicare e vendere, nonostante Speranzon e la sua triste progenie insistano nello strisciare, ventre a terra, come marci vermi e nel tentare di trascinare l’umanità al loro putrido livello.